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19 Novembre 2025 - 09:08
Parcheggio di via Genova, si prevedono tempi lunghi per la riapertura. L’area, interdetta a causa del crollo di un muro di contenimento avvenuto ad agosto, è fonte di disagi per residenti e commercianti da oltre 4 mesi e stando a quanto è emerso ieri in consiglio comunale probabilmente lo sarà ancora per molto tempo. Non ci sono certezze infatti sui tempi dei lavori per la riapertura. A riportare in primo piano la vicenda i consiglieri di opposizione Alvaro Ricci, capogruppo Pd, e Matteo Achilli di Fratelli d’Italia che hanno chiesto aggiornamenti in merito all’assessore Stefano Floris. Il titolare dei Lavori pubblici, di fatto, si è limitato a ripetere quanto già dichiarato in precedenza aggiungendo solo piccoli dettagli. Ha quindi ribadito che «dopo aver accertato che la proprietà è in capo ai condomini edificati sul costone, il Comune ha inviato una diffida». I proprietari hanno preso atto del richiamo a intervenire per la messa in sicurezza del muro «affidando a un ingegnere l’incarico di verificare la staticità dell’edificio e le indagini hanno confermato l’instabilità della struttura». Un tecnico specializzato sta lavorando alla progettazione «di un intervento importante che sarà realizzato in due fasi. Si procederà su un primo lotto per poi intervenire sulla stabilità». Dopo si potrà prevedere la riapertura in modo graduale del parcheggio. L’unico riferimento alle tempistiche è nell’auspicio di Floris: «Spero che entro fine anno arrivi il progetto esecutivo».
Troppo aleatorio per Ricci che ha incalzato: «I tempi vanno decisi insieme, Comune e proprietari. L’amministrazione non può subire tempistiche decise da altri, deve essere parte attiva in questa vicenda che crea un danno per il Comune». A fronte dei posti auto persi, essendo l’unico parcheggio libero a servizio anche del centro, e ancor di più ora con l’approssimarsi del periodo natalizio.
Andrea Micci della Lega ha invece mirato sul problema della trasparenza facendo riferimento alla mancata pubblicazione dei nomi delle persone che fanno parte dello staff della sindaca. Dati per i quali, secondo la segretaria generale, non è prevista la pubblicazione, se non in presenza di una norma specifica. Questione ripresa anche da Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d’Italia. «Credi di avere diritto a conoscere quei nomi, non mi interessa il curriculum, gli stipendi e che i dati, in presenza di un contratto, vengano pubblicati. Anche per evitare - ha motivato - che si verifichi una diseguaglianza di trattamento tra i dipendenti e il personale dello staff».
Diverse le interrogazioni presentate dal leghista Micci ma ciò che gli ha fatto saltare la mosca al naso, più che le risposte ai suoi quesiti, è stato l’intervento di Melania Perazzini, capogruppo di maggioranza, che con un assist ben servito, ha chiesto alla sindaca Frontini aggiornamenti sui presidi fissi dopo le polemiche apparse su alcuni organi di stampa. «I servizi continuano nelle zone individuate» ha affermato la prima cittadina, riportando poi i dati di una »relazione precisa» richiesta al comandante della polizia locale Vinciotti. «Da quando è stata introdotta la misura fino al 15 novembre sono state 27 le giornate lavorative dedicate ai presidi fissi, l’attività prosegue, e con riscontri positivi, almeno per tutto il 2025». Risposta a cui ha fatto seguito la reazione furiosa del leghista Micci, solitamente molto compito, infastidito dall'interrogazione della Perazzini che ha percepito come una presa in giro. Tanto da sbottare: «È meglio chiarire, così questa buffonata la facciamo finire subito». «Non sono presidi fissi quelli previsti dalla misura, in realtà sono posti di blocco. Perché se davvero li volevate fare, servivano un progetto e fondi» ha rimarcato per poi concludere tranchant: «Vi siete lavati la coscienza con una delibera di giunta senza investimenti».
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