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31 Dicembre 2025 - 09:08
CIVITAVECCHIA – L’operazione Fiumaretta–Italcementi finisce sul tavolo della magistratura. È stato infatti presentato nei giorni precedenti al Natale un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, firmato da un professionista locale, con il quale si chiede di verificare la legittimità dell’intero percorso amministrativo e finanziario legato al fondo immobiliare “Civitavecchia in Progress” e alle operazioni di valorizzazione dell’area Fiumaretta e dell’ex Italcementi.
Nel documento, molto articolato, vengono ripercorse le tappe che dal 2015 hanno portato alla costituzione del fondo immobiliare gestito da Namira SGR, nato con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio comunale attraverso il conferimento di immobili e l’apporto di capitali privati. Secondo quanto ricostruito, tali capitali non sarebbero mai arrivati nei tempi previsti, nonostante proroghe reiterate, mentre il Comune avrebbe continuato a sostenere i costi di gestione del fondo, accumulando perdite. Uno dei punti più delicati riguarda l’operazione Fiumaretta, finanziata con 35 milioni di euro di fondi statali destinati alle infrastrutture strategiche. Nell’esposto si evidenzia come tali risorse, vincolate per legge, sarebbero state in parte utilizzate per coprire debiti pregressi del fondo. «Se fondi statali con un preciso vincolo di destinazione sono stati utilizzati per sanare passività pregresse – si legge – potrebbe configurarsi un’ipotesi di sviamento di scopo». Il nodo centrale, secondo il tecnico, è proprio questo: «La questione non è se il Comune avesse diritto a incassare quelle somme, ma se fosse legittimo utilizzare fondi destinati alle infrastrutture per coprire inadempienze di una società partecipata». Altro capitolo rilevante è quello relativo all’area ex Italcementi, destinata a un vasto intervento di rigenerazione urbana. L’esposto contesta il percorso seguito dall’amministrazione, ritenendo che l’operazione sia stata fatta passare come una semplice valorizzazione, mentre in realtà costituirebbe una vera e propria variante urbanistica .Nel documento si legge che l’intervento comporterebbe «una cementificazione per quasi 500 mila metri cubi», e che la procedura adottata sarebbe in contrasto con la giurisprudenza costituzionale, la quale ha già escluso che il piano delle alienazioni possa sostituire una variante urbanistica ordinaria.Viene in oltre segnalata l’assenza del parere del Collegio dei Revisori dei Conti, nonostante l’operazione abbia un impatto finanziario rilevante. Un’omissione che, se confermata, costituirebbe «un grave vizio di legittimità dell’atto». Nel mirino anche la gestione economica complessiva dell’operazione. L’esposto parla apertamente di un possibile squilibrio strutturale: «Il Comune sopporta i rischi e le perdite, mentre la SGR e gli advisor percepiscono comunque i loro compensi».Particolarmente critico il passaggio relativo al ruolo dell’advisor, che avrebbe operato contemporaneamente come consulente esterno e come soggetto inserito nei processi decisionali interni. Una commistione che, secondo l’esposto, «configura un evidente conflitto di interessi» e potrebbe aver inciso sull’imparzialità delle scelte. Non meno rilevanti le perplessità sulla reale disponibilità delle aree coinvolte, alcune delle quali risulterebbero ancora di proprietà privata o soggette a vincoli, e sull’assenza di un passaggio formale presso gli enti preposti alla tutela, come le Soprintendenze. Nelle conclusioni, il professionista parla di una procedura “opaca e complessa”, nella quale si intrecciano profili urbanistici, finanziari e amministrativi, con il rischio concreto di un danno erariale: «L’intera operazione – si legge – potrebbe aver determinato una sistematica erosione del valore del patrimonio pubblico, a fronte di costi certi sostenuti dall’ente». Da qui la richiesta alla Procura di verificare l’esistenza di ipotesi di reato, tra cui falso ideologico, malversazione, peculato e turbativa delle procedure, e di accertare eventuali responsabilità nella gestione di una delle più rilevanti operazioni urbanistiche degli ultimi anni.
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