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Vannini, insulti ai Ciontoli: donna a processo

Vannini, insulti ai Ciontoli: donna a processo

LADISPOLI – Minacce e insulti verso i Ciontoli sui social, nel 2020. Una donna romana, per quelle frasi ingiuriose in un video su Facebook, andrà a processo la prossima settimana nel tribunale di piazzale Clodio. Dovrà difendersi dall’accusa di diffamazione aggravata. I Ciontoli si trovano in carcere dal 2021 per l’omicidio di Marco Vannini. Il giovane cerveterano era stato ucciso a 20 anni nella notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015 a Ladispoli, nella villetta ladispolana di via de Gasperi. Ad attribuirsi la responsabilità del colpo di pistola fu il capofamiglia, sottufficiale della Marina con un ruolo nei servizi segreti Antonio Ciontoli, condannato a 14 anni di carcere dalla Cassazione per omicidio volontario con dolo eventuale. Pena di 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario anche per la moglie, Maria Pezzillo e i figli, Federico e Martina, quest’ultima la ex fidanzata di Marco Vannini. Gli stessi Ciontoli hanno presentato una querela per gli insulti ricevuti sui social e la residente romana comparirà in tribunale l’8 ottobre. «Te voglio incontrà per strada Martina Ciontoli e acciaccà con la macchina, arrivi dopo mezz’ora al pronto soccorso». Poi verso il fratello Federico: «A te vojo dà na bomba in faccia, magari t’acciacca un autobus». Poi verso l’omicida: «Corrotto, magari te scoppia er core» e ce n’è pure per Viola Giorgini, fidanzata di Federico, unica prosciolta tra i presenti in casa la sera del delitto. La donna verrà difesa dai legali Pietro e Gian Maria Nicotera che puntano sull’enfasi del momento. «Si è trattato di uno sfogo dopo il filmato mandato in onda da un canale televisivo – è quanto detto da Gian Maria Nicotera – che si occupò in modo dettagliato del caso legato a Marco Vannini. A nostro avviso le minacce proferite sui social non hanno alcuna efficacia intimidatoria. Riteniamo che non ci sia stata una reale volontà della nostra assistita di compiere quei gesti. Pertanto la minaccia in questione è inidonea a produrre alcun tipo di effetto». Poi il retroscena. «A quanto ne sappiamo – prosegue l’avvocato – da parte di Ciontoli c’era stata la richiesta di effettuare l’udienza a porte chiuse ma ciò non accadrà. Quindi se non si presenterà nessuno della famiglia, il caso decadrà, come spero che avvenga».

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