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«Agraria, dal governo dell'Ateneo ci aspettavamo una reazione diversa»

«Agraria, dal governo dell'Ateneo ci aspettavamo una reazione diversa»

"Oggi, primo novembre, si insedia il nuovo rettore dell'Università degli Studi della Tuscia, la collega e concittadina Tiziana Laureti. Un augurio sincero di fare bene e di fare meglio — cosa, in realtà, abbastanza poco complicata visto da dove si parte (a buon intenditore)".

Inizia così il lungo post di Andrea Vannini, professore del Dibaf dell'Unitus che ha vissuto e sta vivendo sulla propria pelle i disagi ei problemi legati al rogo di Agraria dello scorso 4 giugno. Un post nel quale denuncia la mancanza di spazi e laboratori ma anche la delusione per come è stata gestita la situazione.

"L'Università della Tuscia - prosegue - mi ha dato la possibilità di esercitare quella che, per me, è la più bella professione del mondo: se hai passione per la ricerca e l'insegnamento, non potresti desiderare di meglio. Oggi, però, stiamo vivendo uno dei periodi più complicati e frustranti per i ricercatori ei docenti dei Dipartimenti di Agraria, difficili colpite dal devastante incendio del 4 giugno. Come negare che, in molti, ci aspettavamo una reazione diversa da parte del governo dell'Ateneo?".

Vannini arriva quindi al nocciolo della vicenda. "Gran parte di noi - scrive - si trova ancora “ospite” degli studi di altri colleghi per un semplice punto di appoggio, orfano di strutture e laboratori. Chi non lo è, è perché ha avuto la possibilità — e la forza — di reagire autonomamente. Vi assicuro che, per un docente senior come il sottoscritto, è poco dignitoso dover vagare per gli spazi dell'Ateneo in cerca di un punto d'appoggio per scrivere, incontrare colleghi o studenti, spesso in assenza di privacy e di partecipazione. E se lo è per me, lo è per tutti fino ai giovani dottorandi e assegnisti di ricerca”.

Secondo Vannini “l'eccellenza che il settore di Agraria e Forestale ha dato all'Ateneo in questi 45 anni meritava una risposta più grata e immediata, e un piano di breve e medio termine più convincente (se mai è stato formulato)”. E poi l'affondo: "Ancora mi risuonano - dice - le infelici parole del precedente (grazie a Dio) il rettore pronuncia durante la manifestazione post-incendio in piazza San Lorenzo: «Non è successo niente, abbiamo perso solo cose». Parole che hanno rivelato una tragica assenza di empatia verso i colleghi, i ricercatori, i dottorandi e gli assegnisti di oggi e di ieri che hanno contribuito a rendere grande questa Università — e che, in quella tragedia, hanno perso tutto, storia inclusa. - conclude Vannini - che la magnifica rettrice dimostri che mi sbaglio aprendo a un nuovo corso Avrà, se ritiene, tutto il mio impegno, supporto e fiducia”.

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