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08 Novembre 2025 - 00:08
SANTA MARINELLA – «Dispiace sempre veder abbattere gli alberi, soprattutto se sono grandi pini dalla chioma generosa che ombreggiano e ossigenano la nostra città, ma quando ci sono delle condizioni che lo impongono perché le loro radici hanno danneggiato gravemente il manto stradale, oltre ad essere incompatibili con la nuova infrastruttura idrica delle strade interessate cioè via Lazio, via Taramasso e via Valdambrini, non possiamo che accettarne l’abbattimento». A parlare è il direttivo della lista civica “Il Paese che Vorrei”. «Ci rassicura il fatto – continua Pcv - che gli undici pini abbattuti sono stati sostituiti da altrettanti lecci con esemplari di diametro non inferiore ai 25/30 centimetri. L’Acea provvederà alle sostituzioni di tutti i pini compresi due che stavano sull’Aurelia ma la città guadagnerà un totale di 13 nuove alberature, meglio posizionate e di una specie, il leccio, più adatta al contesto urbano e con radici meno invasive.
L’ufficio comunale preposto, vigilerà affinché tutte le piantumazioni avvengano nel rispetto delle distanze e delle migliori pratiche agronomiche”. Dunque si parla di ripiantumazione e di difesa del patrimonio arboreo, dopo anni di campagne di sensibilizzazione che il Paese che Vorrei ha svolto a favore di questi temi.
«Ribadiamo che il verde non è un orpello, una decorazione aggiuntiva al nostro paesaggio urbano – spiegano i civici - ma ne costituisce l’essenza profonda che rende bella e salutare Santa Marinella. In tempi di cambiamenti climatici, apprezziamo l’assessora al verde, Elisa Mei, che ci assicura che ci sarà una compensazione a saldo positivo a favore dell’ambiente. Siamo nella giusta direzione. Confidiamo che la lotta alla cocciniglia parvicornis iniziata a settembre a salvataggio dei pini nostrani di Santa Severa stia continuando con la giusta regolarità anche a Santa Marinella. Auspichiamo inoltre che si proceda alla ripiantumazione di tutte le alberature perdute, i pini di via Meleagro, gli otto della stazione dei Carabinieri a Santa Severa, i secolari platani della stazione ferroviaria di Santa Marinella ed infine la palma centenaria presso il monumento dei caduti. Li ricordiamo uno ad uno nella loro bellezza e maestosità proprio perché fanno parte della memoria collettiva della nostra città, insieme ai tanti altri le cui basi troncate sporgono dalle aiuole di numerose strade cittadine».
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