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Cgil: «Servono certezze su aree, lavoro e futuro del territorio»

Cgil: «Servono certezze su aree, lavoro e futuro del territorio»

CIVITAVECCHIA – «La transizione energetica non può tradursi in una nuova perdita di occupazione o in un’ennesima fase di incertezza infinita». È il principio ribadito ieri durante il presidio partecipato dei lavoratori sotto il Mimit da parte di Cgil Civitavecchia Roma Nord Viterbo, insieme alle categorie Fiom, Filt e Filctem che sono tornate a chiedere con con forza risposte concrete  sul futuro del territorio, delle lavoratrici e dei lavoratori. Soprattutto la Cgil chiede un impegno chiaro e vincolante da parte del Governo, della Regione Lazio, dell’Enel e delle imprese per garantire continuità produttiva, salvaguardia occupazionale e prospettive di sviluppo sostenibile per l’intero comprensorio.

«Durante l’incontro, Invitalia ha presentato l’analisi delle manifestazioni di interesse pervenute a seguito del bando per la riconversione della centrale. Sono 52 i progetti candidati con un fabbisogno complessivo di 1.087 ettari, a fronte però di soli 190 ettari disponibili. Questo dato  – spiegano dal sindacato – evidenzia il primo e più grave ostacolo: la carenza di aree utilizzabili. Oltretutto tali zone risultano soggette a vincoli paesaggistici, oppure necessitano di bonifiche e cambi di destinazione d’uso, rallentando di fatto qualsiasi avvio concreto di investimenti. Resta inoltre grande incertezza sul futuro della centrale TVN: la chiusura al carbone, fissata al 31 dicembre 2025, è ancora in attesa di un decreto ufficiale che potrebbe prorogare i termini».

In questo contesto, la Cgil sottolinea la necessità di accelerare su tre fronti decisivi: attivazione della Zona Logistica Semplificata (ZLS) per attrarre investimenti e semplificare le procedure amministrative; attuazione della legge 107, che prevede strumenti e risorse per la riconversione dei siti

produttivi; definizione dell’Accordo di Programma, con la nomina del commissario e l’individuazione di tempi certi e risorse adeguate per la gestione della transizione.

Per la Cgil la priorità resta una sola: nessun lavoratore deve essere lasciato  indietro. Nel corso dell’incontro, il sindacato ha chiesto garanzie precise per tutti gli occupati, a partire dai lavoratori della Minosse, che vivono una situazione di forte incertezza. Pur riconoscendo l’accordo tra Enel e Unindustria, che assicura la continuità fino al 2026 per la parte metalmeccanica, il sindacato ha ribadito la necessità di un tavolo di confronto dedicato per chiarire i contenuti dell’intesa e analizzare nel dettaglio gli effetti occupazionali. È stato inoltre confermato che nei prossimi giorni si terrà un incontro in Regione Lazio con l’Assessorato al Lavoro sulla vertenza Minosse, mentre sono in via di definizione gli ultimi adempimenti tecnici per la nomina del commissario e il nulla osta alla Zls.

«La Cgil Civitavecchia Roma Nord Viterbo, con le categorie Fiom, Filt e Filctem, continuerà a presidiare ogni passaggio del percorso di riconversione, chiedendo che la transizione sia davvero giusta, partecipata e utile al territorio. Servono risposte immediate – hanno concluso –  un quadro certo di governance e una visione industriale di lungo periodo. Il lavoro, la sostenibilità e la dignità delle persone devono essere al centro delle scelte che riguardano il futuro di Civitavecchia e del suo comprensorio».

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