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05 Novembre 2025 - 12:08
CIVITAVECCHIA – Un incarico esterno da quasi 150mila euro, affidato con una determina che – a detta dell’ex consigliere comunale Vittorio Petrelli – lascerebbe aperti molti interrogativi e che avrebbe già provocato dei "mal di pancia" a Palazzo del Pincio. È quanto emerge dalla lettera che Petrelli ha indirizzato ai dirigenti del Comune di Civitavecchia e al sindaco Marco Piendibene, chiamato in causa per “verificare la correttezza dell’atto e la coerenza con i principi di trasparenza e buona amministrazione”.
Il riferimento è alla determinazione n. 4984 del 30 ottobre 2025, con la quale il Servizio IV – Lavori Pubblici ha affidato a un architetto esterno un “incarico professionale per la prestazione di servizi tecnici a supporto del Servizio IV”, per un importo complessivo di 149.718,40 euro, comprensivi di IVA e oneri previdenziali.
Secondo Petrelli, però, l’atto «non rende noto il disciplinare d’incarico o il capitolato d’oneri nel quale siano descritti in maniera dettagliata i contenuti, la durata e la decorrenza dell’incarico, né le prestazioni che dovranno essere fornite dal professionista». Una carenza che, a suo avviso, «rende impossibile documentare la congruità del corrispettivo previsto» e mina la trasparenza verso i cittadini.
Ma non è solo una questione di metodo. L’ex consigliere solleva anche dubbi di legittimità. Nella lettera inviata ai dirigenti Giulio Iorio e Francesco Battista, Petrelli cita le norme e le pronunce della Corte dei Conti che distinguono chiaramente tra “incarico professionale” e “appalto di servizi tecnici”. «La differenza – spiega – non è solo terminologica, ma sostanziale, perché comporta l’applicazione di normative differenti». In particolare, richiama l’articolo 7 del D.Lgs. 165/2001, che impone alle pubbliche amministrazioni di bandire procedure comparative per il conferimento di incarichi di collaborazione, escludendo quindi la possibilità dell’affidamento diretto. «L’articolo 50 del nuovo Codice degli Appalti – aggiunge – si applica invece solo agli appalti di servizi di ingegneria e architettura, non agli incarichi professionali, come invece indicato nella determina in questione».
Un altro punto critico riguarda la mancata dimostrazione dell’impossibilità di utilizzare personale interno: «Per conferire un incarico esterno – scrive Petrelli – non basta che i dipendenti siano già impegnati, ma occorre dimostrare che quella specifica professionalità non sia proprio rinvenibile all’interno dell’ente. Nella determina non vi è traccia di tale accertamento».
Petrelli segnala inoltre l’assenza del parere obbligatorio dell’organo di revisione economico-finanziaria e del riferimento al programma preventivo degli incarichi approvato dal Consiglio comunale, presupposto previsto dalla legge per l’affidamento di consulenze. «Anche questo silenzio – osserva – potrebbe rendere l’atto illegittimo». Infine, nota un’ulteriore incongruenza: «Mentre nelle premesse la determina parla di incarico a supporto dei Lavori Pubblici, l’impegno di spesa risulta invece riferito a “spese tecnico-amministrative e di advisoring” per il Piano di Rigenerazione Urbana dell’area ex Italcementi». Da qui la richiesta ai dirigenti di procedere «in autotutela alla revoca dell’atto, al fine di non esporre il Comune a possibili danni erariali».
Petrelli ha voluto investire del problema direttamente il sindaco Piendibene e la sua maggioranza, rivolgendosi in particolare agli esponenti del Movimento 5 Stelle, con una lettera aperta dai toni più politici: «Caro Marco, il nostro percorso è iniziato insieme nel 1994. Abbiamo condiviso battaglie per la trasparenza, contro la mala gestione e gli incarichi poco chiari. Oggi non vi riconosco». L’ex consigliere richiama i tempi in cui lui e Piendibene «osteggiavano scelte insensate come le casette di legno a San Liborio o affidamenti poco limpidi», accusando l’attuale amministrazione di essere caduta negli stessi errori. «Quando eravamo in minoranza – scrive – quante volte abbiamo denunciato la mancanza di chiarezza? Oggi, invece, è proprio la vostra amministrazione ad essere opaca».
E cita un altro esempio: «Da mesi si chiede di pubblicare online gli avvisi delle commissioni consiliari, per permettere ai cittadini di seguire i lavori. Ma questo non avviene». La determina n. 4984, conclude Petrelli, rappresenterebbe «l’emblema di questa opacità: un incarico per quasi 150mila euro, oscuro nella forma e nella sostanza, e di sicuro poco economico». Da qui l’appello diretto al sindaco: «Ti chiedo di verificare la correttezza della determina, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche rispetto ai valori di utilità, trasparenza e concorrenza che hai sempre sostenuto. Cosa ne è stato dei valori di trasparenza? Cosa è rimasto di quel Marco Piendibene che insieme a noi lottava per una politica limpida?».
Un atto di accusa che mette in discussione non solo la legittimità di un affidamento, ma anche la coerenza politica di un’amministrazione che, secondo Petrelli, «sta smarrendo la strada della chiarezza e della partecipazione».
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