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Spaccatura in maggioranza: il Pd chiede la revoca dell’incarico da 150mila euro

Spaccatura in maggioranza: il Pd chiede la revoca dell’incarico da 150mila euro

CIVITAVECCHIA – «L’incarico da quasi 150mila euro affidato dal Comune di Civitavecchia all’architetto Claudio Giustini rappresenta un atto che non può essere tollerato e che richiede un’immediata revisione». Dopo la netta presa di posizione da parte di Alleanza verdi e sinistra, è il Partito democratico – partito dello stesso sindaco Piendibene – a dimostrare tutta la propria contrarietà all’affidamento esterno. 

Il Pd segnala una serie di anomalie e criticità, partendo dal fatto che «la determina non contiene alcuna spiegazione chiara sulle motivazioni dell’affidamento, sulle modalità di selezione, né sulle ragioni che hanno portato a individuare un solo professionista destinatario di un incarico di tale entità economica. Un atto – spiegano dal circolo cittadino – che non espone le prestazioni richieste, la durata dell’incarico o la valutazione della congruità del compenso. A questo si aggiunge un elemento politicamente sconcertante: l’incarico è stato conferito a un sindaco di Fratelli d’Italia, forza politica oggi all’opposizione del nostro Comune e distante da noi sul piano politico e amministrativo. Un fatto grave di per sé, ma che evidenzia un problema ancor più profondo: il progressivo abbandono del governo della città a logiche esterne, private e opache».

Come sottolinea il Pd, «è ormai evidente che il fondo immobiliare e l’advisor privato cui l’Amministrazione ha affidato la gestione di gran parte del patrimonio comunale stiano esercitando un’influenza crescente non solo economica ma anche politica. Le scelte strategiche della città, dalla rigenerazione urbana dell’ex Italcementi alle aree di sviluppo urbano – hanno aggiunto dal Pd - sembrano sempre più dettate da chi opera fuori dalle istituzioni, senza che la cittadinanza sappia nulla sulle modalità, sui vantaggi o sugli impegni assunti dal Comune. Questo atto si inserisce in una linea di continuità con l’amministrazione passata del Movimento 5 Stelle: la scelta del fondo immobiliare nasce proprio in quella fase, è stata poi confermata e potenziata dalla Lega con Tedesco, e noi l’abbiamo ereditata senza mai metterla realmente in discussione, anzi ampliandone poteri e competenze. È il momento di cambiare rotta: servono scelte diverse, fondate sul controllo pubblico, sulla trasparenza e sull’interesse collettivo, non su logiche privatistiche. La nomina dell’architetto Giustini, tecnico riconducibile all’advisor stesso, rappresenta un caso emblematico di potenziale conflitto di interessi: chi oggi riceve l’incarico è parte di quel sistema di consulenza privata che dovrebbe invece essere controllato dall’Ente. In pratica, controllato e controllore coincidono, in un cortocircuito inaccettabile».

Come sottolineato poi dal Pd, gli incarichi pubblici che superano i 50mila euro devono, per legge, rispettare procedure di concorrenza e comparazione tra più professionisti (art. 7 del D.Lgs. 165/2001 e art. 17 del D.Lgs. 36/2023).

«In questo caso, invece, l’incarico è stato affidato direttamente, tramite una trattativa su MePA con un solo soggetto, senza bando pubblico, senza parere dei revisori dei conti e senza neppure la verifica sull’impossibilità di utilizzare personale interno – hanno aggiunto – se poi questa determinazione fosse stata adottata senza la piena conoscenza e condivisione dell’assessore competente, il dirigente firmatario deve essere immediatamente rimosso. Un atto di questa portata non può essere gestito in autonomia tecnica senza un indirizzo politico chiaro e condiviso».

Per tutti questi motivi, il Partito Democratico di Civitavecchia chiede l’immediata revoca dell’incarico e la verifica di legittimità dell’atto da parte del Sindaco e del Segretario Generale.

«È necessario aprire un confronto politico nella maggioranza per ridefinire i criteri di affidamento e garantire la massima trasparenza su tutti i rapporti tra Comune, fondo immobiliare e advisor – hanno concluso – Civitavecchia merita un’amministrazione che torni a rispondere ai cittadini e non agli interessi di soggetti privati. Questo incarico rappresenta la goccia che fa traboccare il vaso: non è solo una questione di metodo, ma di credibilità, trasparenza e rispetto delle regole».

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