Cerca

Pagare una multa, paga?

CIVITAVECHCIA – Ogni anno sono milioni le sanzioni emesse in Italia per la violazione al Codice della Strada. Antipatiche per i cittadini ma legittime nella stragrande maggioranza dei casi e necessarie a mantenere il controllo della viabilità. Quando si parla delle famigerate “multe”, la domanda che in molti si pongono è sempre la stessa: dove vanno a finire tutti questi soldi? La risposta è nell’art. 208 CdS, una norma che impone una regola molto chiara: i proventi delle sanzioni non possono essere usati liberamente dai Comuni, ma devono essere destinati alla sicurezza stradale con investimenti atti a rendere le strade più sicure, non a far quadrare i conti. Le entrate provenienti dalle infrazioni vanno reinvestite per migliorare la viabilità, la segnaletica, la manutenzione dell’asfalto, l’illuminazione, la videosorveglianza e per dotare la Polizia Locale di mezzi ed equipaggiamenti. Non solo strade: la legge prevede anche che parte dei proventi venga utilizzata per attività come l’educazione stradale nelle scuole e la formazione del personale. È la modalità prevista dal Legislatore per trasformare la sanzione in uno strumento di prevenzione. Ogni anno le amministrazioni deliberano sulla ripartizione di questi fondi: almeno il 50% deve andare a interventi diretti di sicurezza stradale, manutenzione e controlli. L’altra metà può essere impiegata per attività collegate, come campagne informative o aggiornamento professionale del personale. La Corte dei Conti ha più volte richiamato i Comuni al rispetto di questo vincolo. Se tra i cittadini cresce la percezione che le multe siano solo una tassa occulta anziché venir utilizzate per gli scopi previsti, cresce la diffidenza. C’è poi un aspetto più tecnico: la differenza tra l’accertato, ovvero la somma che si dovrebbe incassare, risultante dalle sanzioni emesse, e il riscosso, cioè le sanzioni effettivamente pagate dagli utenti, quindi, i soldi concretamente incassati. Il resto sono ricorsi, prescrizioni e mancati pagamenti. Così, spesso, gli enti locali incassano molto meno di quanto inizialmente stimato. La ripartizione dei proventi nel bilancio, così come previsto dal citato art. 208 CdS, si applica sulle somme effettivamente riscosse. Ed è fondamentale, perché influisce sulla programmazione dei bilanci e sulla reale capacità di spesa di un Ente. In molti Comuni, così come a Civitavecchia, la fetta più consistente delle entrate proviene dagli impianti automatici come autovelox e semafori “red”, nel nostro caso posizionati sulla via Aurelia. Questi strumenti lavorano senza sosta, generando un flusso costante di verbali. È una tecnologia che in alcune realtà - non la nostra è bene dirlo - viene vista come un’attività troppo “fiscale”, in tutti i sensi. Lo scopo della sanzione deve rimanere quello di una crescente sicurezza stradale e deve tradursi non solo in una mera lettura di quanto incassato ma in quella della funzionalità delle sanzioni elevate. Pur non sia sempre così, il principio resta valido: la sicurezza stradale è un bene pubblico e i soldi delle infrazioni devono servire a tutelarla e implementarla. E il dovere - anche morale - degli automobilisti, resta sempre quello di rispettare le regole. Al di là delle sanzioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia di Civitavecchia

Caratteri rimanenti: 400

Edicola digitale