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Il falco della notte

Il falco della notte

Già durante la guerra del Vietnam, gli Stati Uniti si resero conto che i missili terra-aria SAM erano stati notevolmente migliorati e le perdite causate da essi stavano diventando eccessive. Soprattutto, i piloti, temendo questi missili, non riuscivano a concentrarsi sullo sgancio delle bombe e non erano in grado di mantenere la precisione necessaria. Durante la guerra del Kippur, si confermò la letalità di queste difese antiaeree, che abbatterono 109 aerei israeliani in appena 18 giorni. Preoccupati, gli Americani condussero uno studio, dal quale emerse che in un eventuale conflitto con la Russia, le batterie missilistiche avrebbero potuto abbattere metà dei velivoli americani in soli 10 giorni.

Per affrontare questa problematica, nel 1974, l'SPO (Special Project Office) statunitense istituì un bando per la richiesta di un aereo capace di raggiungere l'obiettivo in modo furtivo, penetrando le difese antiaeree e sganciando il proprio carico con estrema precisione.

Ne derivò il progetto segreto (Black Project) denominato "Senior Trend", gestito dall'azienda Lockheed attraverso il suo team speciale, noto come "Skunk Works".

Questi tecnici si trovarono ad affrontare sfide apparentemente insormontabili: realizzare un aereo da attacco che fosse significativamente più silenzioso di un velivolo convenzionale, privo di traccia al calore e, soprattutto, "Stealth", ossia non rilevabile dai radar.

Partendo dagli studi del tedesco Sommerfeld e del matematico russo Ufimtsev del 1962, riguardanti il calcolo della riduzione delle tracce radar, gli Skunk Works, utilizzando computer avanzati, giunsero ad una prima bozza dell'aereo, denominata "Hopeless Diamond", in quanto rappresentava solo una forma abbozzata di un aereo, simile appunto ad un diamante, priva di ali o comandi ed incapace di volare.

Da questa si passò alla forma intermedia denominata "Have Blue", in cui l'aereo presentava finalmente ali e comandi, ma risultava ancora sostanzialmente ingovernabile e le sue dimensioni ridotte. Fu solo nel 1981 che volò nella base segreta di Groom Lake o Area 51, la versione definitiva, denominata F-117 Nighthawk, che entró in servizio operativo nel 1983. L'aereo appariva come un oggetto uscito da un film di fantascienza: completamente nero, privo di parti arrotondate, ma solo angolari, e senza ugelli di scarico tradizionali. Ogni aspetto era stato studiato nei minimi dettagli per deviare e disperdere le onde radar, non emettere calore e, quindi, non essere tracciato dai radar o agganciato dai missili.

Inoltre, i suoi motori General Electric F404 non erano dotati di postbruciatore, per evitare fiammate facilmente rilevabili, e i suoi scarichi a fessura erano equipaggiati con raffreddatori per non essere "visti" da sensori termici. L'F-117 era rivestito da 907 kg di pannelli radar assorbenti (RAM), con fessure ricoperte da un mastice chiamato Butter (burro) e dotato di griglie per le prese d'aria dei motori, per impedire alle onde radar di entrare all'interno e, quindi, essere rilevato tramite le parti mobili del motore. L'aereo così ottenuto era quasi totalmente invisibile ai radar, con una tracciabilità di soli 9 cm², ma la sua forma a diamante, dettata dalle limitazioni dei calcolatori degli anni '70, lo rendeva aerodinamicamente instabile.

Per risolvere questo problema, il team della Lockheed dotò il velivolo di comandi Fly by Wire, ossia comandi ad impulsi elettronici e non meccanici, che durante le manovre effettuano numerose correzioni per garantire stabilità e facilità di pilotaggio. Inoltre, la sua forma unica comprometteva parzialmente le prestazioni convenzionali del velivolo, rendendo l'atterraggio una manovra difficile e delicata, che richiedeva procedure specifiche ed un paracadute di frenata, noto come Drag Chute.

Il battesimo del fuoco avvenne nel 1989, durante l'operazione Panama (Operazione Just Cause), nella quale furono impiegati sei aerei per supportare le operazioni speciali di cattura del generale Noriega e per colpire infrastrutture.

Dimostrò la sua reale efficacia in combattimento, durante l'operazione Desert Storm, della guerra del Golfo, iniziata il 17 gennaio 1991 e ufficialmente terminata il 23 febbraio dello stesso anno.

F-117.jpg
F-117 in 1/72 di Paolo Colaiacomo

Già dal primo giorno, all'F-117 vennero affidate missioni notturne di bombardamento di importanza cruciale, come i centri di comando e telecomunicazioni iracheni. Fu l'unico aereo a volare e combattere indisturbato sulla capitale Baghdad, nonostante fosse pesantemente protetta da circa 3.000 cannoni antiaerei e 60 batterie di missili superficie-aria, senza subire alcuna perdita. In totale fece piú di 1200 missioni in medio oriente, sganciando circa 2000 bombe tra GBU-10/12, la GBU-27 appositamente studiata per l'F-117 e la BLU-109 a penetrazione anti-bunker.

Nel 1999, i Nighthawk parteciparono alla guerra in Kosovo (operazione Allied Force), dove si verificò un evento che avrebbe scosso l'USAF alle sue fondamenta, facendola sentire vulnerabile. Il 27 marzo del 1999, l'F-117 del Tenente Colonnello Darrell P. Zenko fu abbattuto sopra il cielo della Serbia ed il pilota costretto a lanciarsi vicino al villaggio di Budjanovci. Il Nighthawk fu colpito dal Tenente Colonnello Zoltàn Dani, che utilizzò una versione del sistema russo S-125 Neva (SA-3 Goa secondo la nomenclatura NATO), armato di missili terra-aria (SAM).

Dani sfruttò non solo eventi particolarmente favorevoli, come l'assenza temporanea di copertura aerea e la bassa quota dell'aereo, ma anche gravi errori di superficialità da parte degli Americani. Infatti, gli F-117 seguirono le medesime rotte per tre giorni consecutivi, allo stesso orario e con il medesimo piano di volo; pertanto, per i serbi non fu difficile calcolare la rotta d’attacco e la velocità media del velivolo sulla base di questi elementi.

È necessario considerare ulteriori fattori: il Nighthawk era un velivolo dotato di tecnologia e design risalenti agli anni ’70, con una sezione trasversale radar significativamente più ampia rispetto agli attuali F-22 o F-35. Inoltre, attualmente gli aerei Stealth sono dotati di radar interni e dispongono di una vasta gamma di armamenti e sensori (che l'F-117 non possedeva), consentendo di rilevare tempestivamente attacchi da parte di missili aria-aria o di sistemi di difesa aerea, permettendo così di effettuare manovre evasive e contrattaccare in modo efficace.

Tuttavia, l'abbattimento rimase un caso isolato e unico, e durante il successivo impiego non si registrarono ulteriori perdite in combattimento. Nel 2001, l'F-117 fu impiegato nella guerra in Afghanistan contro i Talebani e, nel 2003, fu utilizzato attivamente nella Seconda Guerra del Golfo, supportando le forze di terra e colpendo obiettivi critici grazie alle sue peculiari caratteristiche Stealth. In questo conflitto, l'F-117 effettuò un numero significativo di missioni, contribuendo all'efficacia della campagna aerea della coalizione.

Nel corso del 2007, iniziò il ritiro dalla prima linea dei Nighthawk, conclusosi l'11 marzo 2008, con una cerimonia presso l'hangar 206 della Holloman AFB (Air Force Base)nel Nuovo Messico. I 48 F-117 superstiti furono destinati allo stoccaggio conservativo presso l'Aerospace Maintenance and Regeneration Center a Davis-Monthan.

Incredibilmente, la carriera del Nighthawk non si concluse in quel momento, poiché dal 2020 questi aerei sono impiegati come supporto alle esercitazioni sia dell'USAF che della US NAVY, con sede nell'aeroporto del Tonopah Test Range, nel Nevada.

Attualmente, esistono tre aerei Stealth negli Stati Uniti: il bombardiere B-2, il caccia multiruolo F-35 e il caccia da superiorità aerea F-22. La tendenza futura, in quasi tutte le forze aeree del mondo, sembra orientarsi sempre più verso lo sviluppo e l'utilizzo di aerei con caratteristiche di invisibilità, delle quali l'F-117 Nighthawk fu il primo vero precursore.

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