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Street Art: i muri che uniscono

CIVITAVECCHIA – Spesso si è sentito parlare di Street Art anche a Civitavecchia. Ma cos’è davvero? Come nasce? Potrebbe essere utile per riqualificare alcune zone della città? Potrebbe essere considerata una forma di attrazione turistica?

Andiamo con ordine, cercando di farci un’idea.

La Street Art è una forma d’arte urbana nata a New York negli anni Settanta. Dapprima come linguaggio ribelle e di protesta e spesso associata addirittura ad atti di vandalismo, nel tempo si è trasformata in una delle espressioni artistiche più dinamiche e riconosciute al mondo.

Artisti come il popolarissimo Banksy, hanno portato la Street Art dai muri delle città ai musei e alle gallerie internazionali, pur mantenendo il suo spirito libero, critico e talvolta provocatorio. Oggi murales e installazioni urbane sono diventati veri e propri strumenti di rigenerazione di spazi pubblici, capaci di dare nuova vita a quartieri e periferie; che siano muri, alberi, pali, marciapiedi, scalinate, viali o panchine.

Nella nostra città la street art ha avuto un momento di grande slancio quando, nel 2011, il progetto Waves trasformò le facciate di alcuni palazzi cittadini in veri e propri quadri a cielo aperto. In quella occasione, grazie alla collaborazione tra alcune associazioni e al sostegno dell’Amministrazione Comunale, nacquero opere come “The Fisherman” di Agostino Iacurci in via Trieste, la “Bat-Woman” di DEM sulla scuola “Ennio Galice” a Campo dell’Oro e il grande cane preistorico di Aryz, artista catalano, tra via Lazio e via Veneto. Negli anni però, quel percorso si è progressivamente indebolito. L’arte urbana non è più stata al centro delle politiche culturali comunali e la sua presenza in città è sopravvissuta solo grazie alla passione di artisti e associazioni locali. Iniziative come il murale dedicato a Falcone e Borsellino nel piazzale del Tribunale, realizzato nel 2023, testimoniano quanto la street art sappia parlare anche di valori civici e di memoria collettiva. Ma sono progetti nati dalla sola volontà dei cittadini senza una vera spinta figlia di un piano culturale strutturato. Eppure, la città possiede tutte le condizioni per essere protagonista nel panorama dell’arte urbana: la posizione strategica, l’affaccio sul mare, la costante presenza turistica, la ricchezza del suo patrimonio da valorizzare, la sua presenza tra le più apprezzate location cinematografiche.

Perché non investire per lanciare un concorso internazionale di idee dedicato alla street art e ai progetti Waves, capace di coinvolgere artisti locali e internazionali in interventi di rigenerazione urbana?

L’idea di un festival annuale interamente dedicato, con performance, mostre e realizzazioni dal vivo, potrebbe diventare un importante appuntamento nel calendario culturale cittadino, divenuto ultimamente impalpabile. Le esperienze di altre città dimostrano che l’arte urbana, se sostenuta e curata, è un potente motore di sviluppo sociale e culturale capace di valorizzare spazi dimenticati e restituire una nuova visibilità alla città, combinando arte, turismo e partecipazione. Cosa aspettiamo?

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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