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Un abbraccio di memoria tra la Tuscia e la Sardegna

Un abbraccio di memoria tra la Tuscia e la Sardegna

SUTRI – Una cerimonia intensa e carica di significato si è tenuta a Sutri, dove la comunità ha reso omaggio ai 17 avieri sardi uccisi nell’autunno del 1943 dalla ferocia nazifascista. Giovani soldati, strappati alla vita in un momento buio della storia, che oggi trovano riposo nel sacrario cittadino, simbolo di memoria, rispetto e riconciliazione.

Alla presenza delle autorità civili e militari, il sindaco Matteo Amori ha ricordato non solo la tragedia che colpì quei ragazzi in divisa, ma anche il gesto di umanità dei cittadini di Sutri e dell’Aeronautica Militare, che ne restituirono l’identità e la dignità, trasformando il sacrificio in memoria viva.

«Questo sacrario – ha dichiarato Amori – unisce Sutri, la Sardegna e l’Italia intera. È un luogo che ci parla del valore della pace, della fragilità della libertà, e della responsabilità che abbiamo nel custodirle». La giornata è proseguita con un incontro a Palazzo Doebbing, dove il sindaco ha dialogato con gli studenti, in un momento formativo in cui la storia si è trasformata in testimonianza condivisa. «È nei giovani che la memoria trova futuro – ha aggiunto – ed è nostro compito raccontare, spiegare e tramandare».Sutri, ancora una volta, si conferma custode attenta della propria storia e interprete di un messaggio universale: onorare il passato per costruire un domani più giusto e consapevole. Onore ai 17 avieri sardi. «Onore a tutti i caduti innocenti. Viva Sutri, viva la Sardegna, viva la pace, viva la Repubblica».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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