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Ex Italcementi, pronto il ricorso al Tar

Ex Italcementi, pronto il ricorso al Tar

CIVITAVECCHIA – La variante urbanistica per l'area ex Italcementi torna al centro della polemica e questa volta penderebbe anche un ricorso al Tar. Un'associazione dei consumatori con sede anche a Civitavecchia, infatti, avrebbe deciso di rivolgersi al Tribunale amministrativo del Lazio contro la delibera passata in consiglio comunale l'8 agosto per dare via al maxi progetto che va a definire la nuova destinazione urbanistica di un’area di oltre 16 ettari «trasformandola – spiegavano dal Pincio in una nota - in un volano per la crescita socio-economica, la riqualificazione urbana e la valorizzazione delle funzioni strategiche di Civitavecchia come porto “CORE” della rete transeuropea TEN-T».

Una variante molto criticata e discussa, sia durante il consiglio che nelle settimane successive, e proprio questo potrebbe aver attirato l'attenzione dell'associazione che ritiene l'atto viziato per una serie di motivazioni. Secondo i legali dell'associazione che hanno lavorato al ricorso al Tar ci sarebbero una serie di presunte violazioni ed errate applicazioni delle normative attualmente vigenti: parliamo di mancato coinvolgimento di enti e attori vari che avrebbero dovuto esprimere un parere in merito al maxi progetto e, soprattutto, di violazioni in ambito puramente urbanistico. Anche le opposizioni, all’approvazione dell’atto, erano insorte ricordando che per l’ok al progetto che prevede la realizzazione di circa 480.000 metri cubi di cemento tra parcheggi multipiano, due hotel di lusso e oltre 140.000 metri cubi di edilizia residenziale privata era mancato un confronto con cittadini, associazioni e parti sociali. Secondo l’associazione ricorrente, ci troveremmo di fronte a una vera e propria alterazione del procedimento previsto dall’articolo 58 del decreto legislativo 112/2008 (legge 133/2008): non solo il Comune di Civitavecchia non risulta titolare di tutti i diritti reali conferiti, ma finisce per riconoscere a un Fondo (SGR) nel quale detiene una partecipazione inferiore al 70% una serie di vantaggi economici e procedurali, con ricadute negative sui propri interessi e sugli equilibri di bilancio per gli anni 2024, 2025 e 2026. Non è richiesta alcuna sospensiva ma bisognerà attendere il tempo necessario che il Tar si esprima.

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