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04 Settembre 2025 - 12:08
CERVETERI – Sono calati rispetto al passato, un centinaio i produttori di vino considerando i conferitori della cantina sociale. E ora i numeri fanno riflettere la categoria che cerca di individuare le cause comunque svariate. I rincari, la crisi, le cementificazioni delle campagne e anche i bonus che fino a qualche anno fa la Regione Lazio concedeva ad personam per estirpare i vigneti. Non meno importante la siccità e il cambiamento climatico. I vigneti spesso sono stati attaccati anche da parassiti. I soci conferitori della cantina a fine anni ’90 erano circa 900: un’altra epoca. Le associazioni di categoria si fanno sentire. «Occorre ricordare – puntualizza Biagio Camicia, presidente di Consumatori Italiani Più Forti Cerveteri-Ladispoli – che in questi ultimi anni è aumentato un po' tutto nel mondo agricolo. Sono impennati i costi per l’acquisto delle bottiglie di vetro, le imprese vitivinicole hanno dovuto sborsare di più pure per accaparrarsi i tappi di sughero, le etichette e i cartoni di imballaggio con rincari intorno al 30% se non di più. Lo Stato dovrebbe essere più vicino a chi produce il vino». Chi resiste dà il massimo per riuscire a confermarsi sul mercato. Ne sa qualcosa Michele Belardi, giovane produttore etrusco recentemente premiato con quattro medagli al Campidoglio nell’ambito dell’evento nazionale “Concorso Enologico Internazionale Città del Vino”. Una grande soddisfazione perché alla kermesse hanno partecipato ben 1.500 produttori di vino provenienti da tutta Italia e da 11 nazioni estere. «È una battaglia continua – ammette Belardi – ci sono dei costi ormai insostenibili. La corrente, l’acqua, gli imballaggi e poi bisogna avere dei terreni irrigui con impianti specializzati per via del clima e dei parassiti che da anni attaccano le vigne con più insistenza. Non è finita qui perché poi dobbiamo lottare con gli animali selvatici: cinghiali, volpi e ultimamente anche i pappagalli che hanno colonizzato le città e che vengono nei nostri campi provocando danni. Ho 11 ettari di terreno e per chilometri e chilometri sono stato costretto a realizzare le recinzioni elettrificate».
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