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05 Settembre 2025 - 00:08
Hanno fatto scena muta davanti al pm, Massimiliano Siddi, i due uomini di origine turca, che nel primo pomeriggio di mercoledì sono stati arrestati in un b&b a ridosso del sagrato della basilica di Santa Rosa, nel punto in cui si svolge la parte finale del Trasporto della Macchina di Santa Rosa. Nella camera affittata dai due, di 25 e 22 anni, sono stati trovati una mitraglietta, due pistole e tre caricatori ma non esplosivi. A mettere sulle loro tracce gli uomini della Digos è stata l’intuizione dell’affittacamere insospettito dai movimenti dei due. La segnalazione è arrivata nel primo pomeriggio, mentre i facchini erano impegnati nel giro delle sette chiese.
I due turchi, che non sarebbero conosciuti nelle banche dati italiane, sono stati sorpresi all’interno del bed and breakfast. Dall’esame dei documenti sono apparse alcune anomalie: non erano originali ma fotocopie e solo una corrisponderebbe all’identità reale dell’arrestato. Non si esclude che l’altro abbia fornito dati falsi. Ma c’è anche l’ipotesi di un terzo uomo che si sarebbe dileguato prima del blitz.
Sul momento si era temuto il peggio: un’azione terroristica pianificata in occasione del Trasporto a cui hanno assistito 40mila viterbesi. Da qui la convocazione di un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica urgente dove è stata presa la decisione di far svolgere il Trasporto di Dies Natalis a luci accese, una circostanza che non si era mai verificata, tanto che i cittadini, allo scuro della minaccia, sul momento hanno contestato la decisione. Contemporaneamente si è innalzato il livello di sicurezza con gli uomini dei Nocs arrivati da Roma, i cecchini sui tetti e le unità cinofile antibomba tanto che a metà percorso, il Trasporto è proseguito a luce spenta come da tradizione. Sono state innalzate le misure di sicurezza anche nei confronti del vicepremier, Antonio Tajani, presente a Viterbo per assistere all’evento.
Nel frattempo la polizia era già al lavoro per verificare la concretezza della minaccia stessa: sono stati effettuati controlli incrociati con le autorità turche, passati al setaccio cellulari, attrezzature ed esaminati vestiti e oggetti in possesso dei due fermati.
Pare che i due fossero arrivati a Viterbo proprio mercoledì con l’intenzione di ripartire tra una settimana. Sfuma l’ipotesi che i due preparassero un attentato, ma al momento non sono emerse indicazioni chiare in questo senso. La procura si sta concentrando sull’ipotesi del traffico di armi (è stato aperto un fascicolo per detenzione illegale di armi) ma non è escluso che i due possano essere elementi legati alla criminalità turca e in particolare al boss arrestato la settimana scorsa a Viterbo. Tra le ipotesi c’è anche quella che i due fossero a Viterbo per preparare proprio l’evasione del boss. Non si escludono rapporti neanche con il superboss curdo Baris Boyun, arrestato nel maggio 2024 a Bagnaia, a pochi chilometri dalla città e ora in carcere. Le indagini sono affidate alla squadra mobile.
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