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Bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e autoriciclaggio: sequestri a Fiumicino

Bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e autoriciclaggio: sequestri a Fiumicino

FIUMICINO –  Un appartamento e una stazione di servizio, in piena attività, del valore pari a circa mezzo milione di euro, sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Roma, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo disposto dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica capitolina.

Il provvedimento  è stato emesso nei confronti della rappresentante legale di una società di Fiumicino e dei suoi due figli, accusati dei reati di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, falso in bilancio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte ed auto-riciclaggio.

Il provvedimento scaturisce dalle laboriose indagini delle Fiamme Gialle della Compagnia di Fiumicino, che hanno consentito di appurare che i due fratelli, reali “dominus” della società fallita, ne avrebbero svuotato progressivamente il patrimonio, conferendo artificiosamente due immobili di proprietà, della stessa società, a favore di un soggetto economico di nuova costituzione, dopo un’operazione straordinaria di scissione parziale.

L’operazione avrebbe consentito di far permanere, in capo alla prima, gli ingenti debiti verso l’Erario, quantificati in circa 600.000 euro, a fronte di un passivo accumulato pari a circa 1,5 milioni di euro.

Il Tribunale di Roma ha nominato un amministratore giudiziario della società, che, unitamente al sequestro dell’impianto di distribuzione stradale di carburante, permetterà l’ordinaria prosecuzione dell’attività.

Il procedimento è attualmente nelle fasi delle indagini preliminari e, fino al giudizio definitivo, vige la presunzione di non colpevolezza.

Presunzione di innocenza: Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che "nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna".

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