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19 Settembre 2025 - 09:08
«Abbiamo trovato un alloggio a Rieti alle due ragazze palestinesi e, ora, vedremo se l’Unitus deciderà di battere un colpo per il diritto allo studio di Walaa e Haya». Ieri, nel primo pomeriggio, il Comitato di lotta di Viterbo, insieme ad altre sigle che si stanno battendo per causa palestinese, ha promosso un sit-in davanti la sede di LazioDisco di Viterbo, in via Cardarelli, per protestare contro il silenzio dell’ateneo viterbese contro la decisione della Vfsglobal, azienda privata che si occupa dei moduli necessari alle richieste di visto ai governi, di negare il nulla osta alle due studentesse per venire a Viterbo. Il 16 aprile scorso Walaa e Haya, entrambe di Gaza, hanno ricevuto una mail dell’Unitus in cui era annunciato l’ok per la loro iscrizione alla laurea magistrale in “Archival Science and AI”. L’iscrizione, però, era vincolata alle procedure per gli studenti internazionali previste dal Ministero dell’Università. Da qui, il 13 maggio, la decisione delle due palestinesi di rivolgersi alla Vfsglobal, specializzata nelle procedure internazionali per il visto. Qui la doccia fredda: senza nessuna motivazione l’azienda rifiuta i visti alle due studentesse. «Il presidio che facciamo davanti alla sede di LazioDisco – dice Enzo del comitato di lotta Viterbo – è solo uno dei vari che facciamo in tutta Italia per tanti altri studenti che vivono nella stessa condizione di Walaa e Haya: hanno vinto una borsa di studio ma gli viene negato questo diritto acquisito». Quindi il dubbio neanche malcelato del comitato di lotta Viterbo. «L’Unitus è un ateneo che, come quasi tutte le altre italiane – dice - ha accordi con altre università israeliane». Enzo, uno dei rappresentanti del Comitato, tra le righe, spiega che la mancanza di prese di posizione dell’ateneo viterbese contro la decisione della Vfsglobal possa essere direttamente collegata alla situazione di guerra in Medio Oriente. «Noi faremo una serie d’iniziative – conclude Enzo – affinché il loro diritto allo studio sia poi effettivo e vero perché hanno vinto il bando dell’Unitus ma, guarda caso, non riescono a venire qua. E’ chiaro che i motivi sono legati alla guerra in corso a Gaza. Il paradosso è che l’Unitus dice che, per stare qui, devono avere una casa ma, se non possono stare qui, non possono neanche averla. In parte il problema noi l’abbiamo risolto perché l’appartamento glielo abbiamo trovato a Rieti, che è una sede distaccata dell’Unitus, in cui loro avrebbero il loro corso di studi. Vediamo se questo serve a sbloccare la situazione o, invece, c’erano solo delle scuse». Il Comitato di lotta di Viterbo ricorda che «l’Università della Tuscia, più nello specifico i dipartimenti Deim e Distu, intrattiene rapporti stabili di collaborazione bilaterale con gli atenei israeliani della Ben-Gurion University of the Negev, The Jerusalem College of Technology e The Hebrew University of Jerusalem».
Per il comitato di lotta ci sono due pesi e due misure perché l’Unitus «allo scoppio della guerra Russia-Ucraina ha immediatamente stanziato un fondo di 200.000 euro per accogliere gli studenti provenienti dall’Ucraina e ha immediatamente tagliato progetti di ricerca e rapporti con beneficiari russi, applicando un doloroso doppio standard nei confronti del popolo palestinese».
Il Comitato di lotta, a margine del sit-in via Cardarelli, ha annunciato che continuerà a difendere il diritto allo studio a Viterbo di Walaa e Haya con altre iniziative pubbliche.
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