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19 Settembre 2025 - 09:08
CERVETERI – «Abbiamo individuato il concessionario dell’ex distributore. È logico che dovrà rimuovere ogni cosa, la situazione dal punto di vista amministrativo e burocratico è sotto controllo. E poi ci sono indagini in corso da parte della polizia locale e dei carabinieri. È stata inviata un’informativa all’Arpa e alla Procura». È la risposta dell’assessore all’Ambiente, Alessandro Gnazi, all’interrogazione posta in aula dal gruppo Città Futura-Anno Zero riguardo all’ex distributore di benzina abbandonato al chilometro 45,300 dell’Aurelia. Una potenziale miccia esplosiva considerando anche il degrado per la presenza dei rifiuti fino al formarsi di una mega discarica a cielo aperto. «La risposta dell’assessore competente – sostengono i consiglieri comunali Federico Salamone, Laura Mundula e Alessio Vito La sorella - ha chiarito che l’amministrazione ha avviato un’interlocuzione con il soggetto conduttore dell’area, il quale si è impegnato ad effettuare le operazioni necessarie per la messa in sicurezza e ha fornito le certificazioni di avvenuta bonifica dei suddetti serbatoi». A fine luglio la sindaca, Elena Gubetti, ha emanato un’ordinanza che rende vincolanti le scadenze per le prossime attività di ripristino che la società conduttrice porrà in essere.
«Siamo soddisfatti – aggiungono -, pur facendo notare la mancata comunicazione degli interventi condotti dalla stessa amministrazione. Una mancanza non trascurabile dato il risalto che la questione ha fatto registrare tra la popolazione locale». Si fa sentire il comitato di zona di Cerenova-Campo di Mare. «Avevamo già segnalato le criticità – conferma il presidente, Enzo Musard - con ruderi sparsi e residui dell'impianto e ringraziamo gli esponenti di Città Futura-Anno Zero per l’interessamento. A tutto questo da qualche mese si è aggiunta una mega discarica. Una stazione di rifornimento carburante in genere utilizza grossi serbatoi interrati con capacità di svariate migliaia di litri di prodotti petroliferi. Mantenere efficienti tali serbatoi impone molte cure e un sistema di verifica continua, sia per evitare di inquinare il prodotto contenuto e sia per la sicurezza pubblica e la protezione dell'ambiente. Una volta chiusa la stazione, se quegli impianti non sono stati rimossi, possono rappresentare un pericolo. All'interno possono rimanere residui dei prodotti contenuti e, essendo volatili, creare camere di gas incendiari». I timori non finiscono qui. «All'interno dei serbatoi – conclude Musard - per effetto di differente temperatura, ci può essere della condensa d'acqua che si va a depositare sul fondo e, reagendo con i residui petroliferi, creerebbero miscele solforose, che potrebbero corrodere il fondo e di conseguenza sarebbero liberati nel terreno. La stazione si trova a monte, a poche decine di metri dal fiume Zambra e da qui gli scarti arriverebbero a mare, con relativo inquinamento. Quindi due potenziali bombe ecologiche».
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