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04 Ottobre 2025 - 00:08
Sciopero generale: ieri mattina oltre 500 persone hanno risposto sì al corteo per dire basta alla guerra a Gaza e per la vicinanza alla Global Sumud Flotilla. Il via c’è stato dalle 9.30 a piazza Verdi in cui si sono ritrovati tutti i manifestanti espressione del mondo sindacale, studentesco e associazionistico con tantissimi giovani in prima linea. Hanno organizzato il corteo e lo sciopero generale i sindacati Usb e Cgil e l’Arci Viterbo e hanno aderito Tavolo per la Pace di Viterbo, Anpi, la Rede degli Studenti Medi, i movimenti giovanili del Pd e del Movimento 5 Stelle e Rifondazione Comunista. Con loro anche la comunità musulmana di Viterbo. Il corteo si è snodato da piazza Verdi a via Marconi confluendo poi, da via Ascenzi, a piazza del Comune, ormai luogo simbolo del presidio permanente per Gaza davanti la prefettura da 20 giorni. Tanti i cori e gli slogan inneggiati e i cartelli mostrati sono stati eloquenti: “Fermate questo incubo”, “Stop genocidio” e altri tra cui “Netanyahu assassino”. Alla fine del corteo, a piazza del Comune, si sono avuti vari discorsi e, tra le richieste, quella alla sindaca Chiara Frontini di prendere una posizione netta contro la guerra a Gaza e la vendita di armi dell’Italia a Israele. L’intervento dell’Usb è stato rivolto in particolare ai giovani e ha ribadito che “è questa una lotta di civiltà, difendendo il popolo palestinese si difendono tutti i popoli stanchi di assistere a politiche di guerra e di soprusi per interessi economici di pochi”. Il tema della guerra è stato accostato alla crisi conseguente di altri settori nevralgici per il Paese. “Rilanciando il motto ‘Giù le armi sui salari’ – hanno detto alcuni manifestanti - vogliamo che i soldi dei lavoratori e dei cittadini debbano essere destinati al welfare, alla sanità pubblica, ai salari, alle pensioni, alle scuole e all'aiuto alle famiglie, non al riarmo”. Una delegazione di organizzatori ha incontrato il viceprefetto per chiedere al Governo il rispetto della legalità, del diritto internazionale a tutela del popolo palestinese e degli attivisti della Global Sumud Flotilla. Gli attivisti hanno ribadito la richiesta alle istituzioni dell’embargo immediato delle armi verso Israele e la revisione del progetto del ministro Valditara che chiede il silenzio nelle scuole sulla questione palestinese. In un manifesto ufficiale dello sciopero generale di ieri e del corteo ci sono tutti i perché dell’iniziativa che si è svolta in contemporanea in tutta Italia. “L'aggressione contro navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani rappresenta un fatto di gravità estrema - si legge nel volantino -. Un colpo inferto all'ordine costituzionale, che impedisce un'azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano a una vera e propria operazione di genocidio. Un attentato diretto all'incolumità e alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati. Non è soltanto un crimine contro persone inermi, ma è grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratrici e lavoratori italiani in acque libere internazionali, violando i nostri principi costituzionali”. I manifestanti hanno confermato che il presidio contro la guerra a Gaza di piazza del Comune andrà avanti a oltranza dalle 18 in poi tutti i giorni finché non arriveranno risposte chiare dalle autorità competenti alle richieste confermare ancora più fortemente nella manifestazione di ieri.
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