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Tarquinia, acqua non potabile nelle fontanelle di viale Mediterraneo e Saline: è polemica

Tarquinia, acqua non potabile nelle fontanelle di viale Mediterraneo e Saline: è polemica

TARQUINIA - L’acqua non è potabile, lo attesta l’ordinanza; ma non ci sono manifesti che avvertono la cittadinanza. E’ polemica a Tarquinia per la comunicazione “parziale” che vieta l’uso dell’acqua dalle fontanelle situate in alcuni punti del Lido. Tutto ha inizio con un’ordinanza sindacale numero 23 del 3 ottobre 2025, con la quale il sindaco di Tarquinia Francesco Sposetti ha dichiarato non potabile l’acqua erogata “…relativamente alle zone di approvvigionamento idrico di cui sono rappresentativi gli erogatori (fontanelle ndr) in questione viale Mediterraneo e Saline “a seguito delle analisi effettuate da Arpalazio e comunicate dalla Asl di Viterbo, che hanno rilevato valori fuori norma di enterococchi e coliformi nei campioni prelevati presso le fontanelle pubbliche».

L’ordinanza, adottata “a salvaguardia dell’igiene e della salute pubblica”, vieta l’utilizzo dell’acqua per il consumo umano e stabilisce che essa possa essere usata solo per l’igiene domestica (escluso il lavaggio dei denti) o, previa bollitura di almeno 10-15 minuti, per la preparazione e il lavaggio degli alimenti. È espressamente vietato l’uso come bevanda abituale. Nel testo dell’ordinanza è previsto che l’atto sia pubblicato sull’albo pretorio e sul sito istituzionale del Comune, con l’obbligo di darne la “più ampia diffusione”.

E qui nasce la polemica, che vede Assolidi chiedere conto della “mancanza” all’amministrazione comunale. «Tuttavia - dicono infatti da Assolidi - nelle aree interessate dall’ordinanza non risultano essere stati affissi manifesti o avvisi pubblici che informassero i cittadini del rischio sanitario, né sono stati adottati altri efficaci mezzi di comunicazione diretta alla popolazione come manifesti, cartelli di avvertimento in prossimità delle fontanelle e delle abitazioni servite dalla rete idrica contaminata».

«La foto - spiegano da Assolidi - si riferisce alla fontanella posta a lato di viale Mediterraneo, erogatore dal quale presumibilmente è stata attinta l’acqua per le analisi di potabilità, dove manca qualsiasi riferimento alla non potabilità dell’acqua erogata. La mancanza di una comunicazione visibile e tempestiva solleva forti perplessità sulla gestione dell’emergenza sanitaria e contrasta con il principio stesso di “ampia diffusione” richiamato nell’ordinanza. È infatti sconcertante che una misura di tale rilevanza per la salute pubblica sia rimasta confinata alla sola pubblicazione sull’albo pretorio comunale, senza un’informazione diretta ai cittadini, molti dei quali potrebbero aver continuato inconsapevolmente a utilizzare l’acqua contaminata per scopi alimentari o potabili».

«Un episodio - affermano da Assolidi - che richiama l’urgenza di rafforzare i protocolli di comunicazione e prevenzione, affinché la popolazione sia tutelata in modo effettivo e immediato. In situazioni che coinvolgono la sicurezza sanitaria collettiva, l’informazione non può limitarsi alla formalità della pubblicazione amministrativa ma deve tradursi in un’azione concreta, capillare e accessibile a tutti». «In attesa degli esiti delle analisi di riscontro e degli interventi di Talete spa - concludono dall’associazione -, resta la preoccupazione per i potenziali rischi cui i residenti e i frequentatori del lido sono stati esposti e il legittimo sconcerto per una gestione comunicativa che, pur formalmente corretta, non ha garantito la reale tutela del diritto alla salute e all’informazione dei cittadini». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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