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17 Ottobre 2025 - 18:08
CIVITAVECCHIA – «Non scrivo questo post per incolpare qualcuno ma perché sento il bisogno di proteggere una parte di città in cui sto ancora provando a credere… a fatica». Inizia così lo sfogo sui social di una commerciante del Ghetto che racconta di un quartiere che fa fatica a restare “attrattivo” tra desertificazione commerciale, degrado e danni da movida.
«La cura e la bellezza vanno coltivate: noi commercianti possiamo fare molto, ma un aiuto servirebbe», scrive. Nel mirino non solo il degrado («gente molesta e ubriaca», «giri strani in pieno giorno»), ma anche episodi di sicurezza: «Abbiamo dovuto chiamare i Carabinieri… in pochi mesi un furto e un tentato furto, denunciati». Per scoraggiare bivacchi, lei e un’amica hanno chiesto a Csp la rimozione delle panchine in pallet: «Le abbiamo tolte a spese nostre. Non sarà la soluzione, ma forse è un inizio». Panchine che, a detta della commerciante, erano diventate rifugio di ubriachi e teatro di att osceni. Insomma non la migliore delle situazioni.
Accanto alla denuncia, però, alcune proposte per rendere nuovamente vivibile l’area: «In piazza manca da tempo un albero seccato: va sostituito. Le aiuole più grandi, che crediamo comunali, potrebbero essere spostate lungo la via: noi commercianti rimasti potremmo prendercene cura. Ora sono solo piene di immondizia». Il messaggio finale è un invito a non rinunciare al centro storico: «Sono piccole cose, ma accanto ai grandi progetti basterebbe poco». Una richiesta di attenzione quotidiana – cestini svuotati, illuminazione, arredi adeguati, controlli – per restituire al Ghetto decoro e vivibilità, e ai negozianti la sensazione di non essere lasciati soli in una città che se da un lato sente predicare da anni di una potenziale vocazione turistica da riscoprire, dall’altro si impoverisce sempre di più con attività che chiudono e strade che si svuotano.
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