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Luciani: «Il sindaco si unisca alla battaglia. Civitavecchia non deve morire in silenzio»

Luciani: «Il sindaco si unisca alla battaglia. Civitavecchia non deve morire in silenzio»

CIVITAVECCHIA – Un appello diretto al sindaco Marco Piendibene e alla sua amministrazione, perché prendano posizione senza tentennamenti sulla vicenda della centrale di Torrevaldaliga Nord. A lanciarlo è il segretario del Partito Democratico di Civitavecchia, Enrico Luciani, che chiede al primo cittadino – esponente dello stesso partito – di schierarsi «con fermezza, senza esitazioni e senza timori: o si sta con i lavoratori e con la città, o si sta con chi vuole affossarla». Luciani non usa mezzi termini: «Civitavecchia non deve morire in silenzio. Questo territorio merita rispetto, merita giustizia, merita futuro».

Secondo il segretario dem, il quadro delineato dal Governo sulla centrale è allarmante. «Tenere Tvn in “riserva fredda” fino al 2038 non è una soluzione, è una condanna: significa bloccare lo sviluppo, impedire qualsiasi alternativa industriale ed energetica, condannare i giovani a scappare e le famiglie a vivere nell’incertezza». Luciani ricorda come già a febbraio, in occasione del consiglio comunale aperto, il Pd locale avesse denunciato con durezza il rischio che la centrale restasse un fardello per la città. «Tanto tuonò che alla fine piovve – afferma – ci dissero che eravamo stati troppo duri, ma oggi i fatti ci danno ragione. Sono passati sei mesi e nulla è cambiato, anzi: la situazione è precipitata». Il segretario dem punta il dito contro la scelta del Governo, definendola “folle, senza trasparenza e senza prospettiva”, utile solo a “mettere sotto scacco un territorio intero e a tenere in ostaggio i lavoratori”.

Il riferimento è anche ai dipendenti dell’indotto: «Chi spiega alle famiglie già strangolate dalla cassa integrazione che dovranno continuare ad aspettare? Chi guarda negli occhi i lavoratori della Minosse, che hanno garantito per anni professionalità e competenze al servizio di Enel e del Paese, e oggi vengono trattati come scarti di un sistema che non sa programmare?». Luciani rivendica inoltre il contributo che Civitavecchia ha dato per decenni al fabbisogno energetico nazionale: «Questo territorio ha dato per settant’anni. Ha coperto fino al 15% del fabbisogno, pagando con inquinamento, sacrifici e salute. Oggi, invece di riconoscenza, riceviamo promesse vuote, immobilismo e un silenzio che fa paura. Un silenzio complice di un Governo che non governa e di una Regione incapace, priva di visione e programmazione. Non resteremo spettatori della lenta agonia della nostra città. Ci batteremo con forza, contro Enel e contro un Governo – ha concluso il segretario - che tratta Civitavecchia come un serbatoio da sfruttare e abbandonare. Saremo al fianco dei lavoratori, dei sindacati, di chi non accetta l’ingiustizia e la rassegnazione».

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