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10 Novembre 2025 - 12:08
CIVITAVECCHIA – Il Partito Democratico si prepara al congresso del 22 novembre con i toni sempre più accesi di una resa dei conti interna. A incendiare il clima è il segretario cittadino Enrico Luciani, che sui social ha pubblicato un duro post, ancora alla luce del contestato incarico da 150mila euro affidato all’architetto Claudio Giustini, e della difesa dell’affidamento da parte di un gruppo di componenti del direttivo del partito.
Parole di fuoco che non lasciano spazio a interpretazioni: «Quando non si sente il grido di dolore di chi è senza lavoro, di chi lo sta perdendo, di chi è povero, di chi non ha una casa. Quando all’umiltà si preferisce una presunta superiorità del potere. Quando si ha la possibilità di creare un mondo migliore, una città migliore, e invece ci si infila nel solco delle peggiori gestioni. Quando si arriverebbe a dire che un compenso da 150.000 euro è giusto perché così si avranno "tutte le porte aperte", allora si è arrivati al capolinea dell'indecenza. Ciò significherebbe e tradurrebbe nella peggiore politica, quella che il “fine giustifica ogni mezzo”. Allora solo una parola anzi due: vergogna e ribellione».
Un messaggio che conferma e rilancia le posizioni già espresse nei giorni scorsi, quando Luciani aveva promesso di continuare a «lottare per giustizia e moralità», denunciando il “silenzio assordante di molti, troppi ignavi se non complici”.
Il segretario, figura storica della sinistra civitavecchiese, non sembra intenzionato a fare passi indietro, e le sue parole si trasformano in un atto d’accusa non solo verso la scelta amministrativa, ma verso un modo di intendere il potere che – secondo lui – tradisce i principi fondativi del Pd. Sul fronte opposto, una parte del direttivo e diversi esponenti dell’amministrazione, legati al sindaco Marco Piendibene, hanno appunto difeso la legittimità dell’incarico e la necessità di dotarsi di “strumenti efficaci per attuare il programma elettorale”.
A fare da cerniera – compito non certo semplice – fra le due anime del partito c’è l’assessore ai Lavori Pubblici Patrizio Scilipoti, chiamato ora a mantenere un difficile equilibrio. Il Pd civitavecchiese arriva dunque al congresso diviso tra chi invoca una svolta etica e chi chiede compattezza amministrativa. Una spaccatura che, al di là delle parole, rischia di trasformarsi in una vera e propria frattura politica.
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