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11 Settembre 2025 - 12:08
CIVITAVECCHIA – Quarantatré anni di corsia in una testimonianza personale. Il dottor Sergio Calcagno, già responsabile della Cardiologia dell’ASL Roma 4, ripercorre nella lettera che segue il percorso iniziato nel 1981 da tirocinante e concluso il 31 luglio 2025: dagli esordi in Medicina e Ginecologia alla crescita della Cardiologia a Civitavecchia, con l’apertura dell’UTIC (1995), la sala di Emodinamica (2019, autonomia dal 2024) e 3.757 pacemaker impiantati. Un racconto di squadra—medici, infermieri e amministrativi—riassunto dal suo motto: «Correre soli si vince, insieme si va lontano».
LA LETTERA – “Era l’11 o il 14 settembre 1987 quando, da vincitore di concorso, attraversai per la prima volta il vialetto che conduce all’ingresso dell’Ospedale. (All’epoca l’ospedale non aveva ancora un nome: deriva dall’Ospedale Vecchio di Civitavecchia, complesso seicentesco attorno alla chiesa di San Paolo. Dopo la costruzione del Nuovo Ospedale negli anni ’70, la denominazione San Paolo è stata mantenuta. L’ufficializzazione avvenne grazie a un medico ortopedico cattolico che risalì al nome originario).
In verità quel vialetto lo avevo già percorso come medico tirocinante nel 1981 per i 6 mesi di tirocinio post laurea. Ricordo quei mesi con molto trasporto perché i colleghi mi misero subito a mio agio: nei due mesi di Maternità e Patologia Ginecologica (35+10 posti letto) diretti dal prof. Pisani eseguii, da secondo operatore, due tagli cesarei sotto la guida di De Risi, Setaccioli, Pagliuca.
In Chirurgia generale (35+35 posti letto) alla guida del prof. Martone, a fianco di Pochini, Vegro, Bascone, Voccia, eseguii due appendicectomie e una colecistectomia.
Gli ultimi due mesi li trascorsi in Medicina (35+35 posti letto + 20 di Infettivologia e 4 di Gastroenterologia con servizio di endoscopia) alla guida del prof. Mancini, noto infettivologo del Policlinico Umberto I, e dei colleghi Befani, Turchetti, Sebastiani, Marcianò. Rimasi in Medicina fino al 1987: anni copiosi dal punto di vista professionale, con esecuzione di toracentesi, paracentesi, rachicentesi, diagnosi al microscopio ottico di malaria, meningite, primo paziente affetto da HIV dal PS di Viterbo con diagnosi di polmonite in tossicodipendente, ecc.; anni copiosi anche per pubblicazioni scientifiche (epidemia di rickettsiosi del 1988 partita da un gregge di Tarquinia, esperienze su neoplasia della prostata e carcinomi gastrici). Il prof. Mancini e il dott. Turchetti erano una enciclopedia vivente.
Finalmente approdo in Cardiologia (1987) insieme al dott. Iacomelli (anch’egli vincitore di concorso), in particolare in ambulatorio: refertazione ECG di reparto e PS, lettura ECG secondo Holter (due a settimana; le registrazioni su cassetta di 24 ore si leggevano in 24 minuti, un minuto per ogni ora), test ergometrici due a settimana. L’ambulatorio era guidato, vicendevolmente, dai dott. Buttiglione e Adragna.
Nel 1989 arrivò il primo ecocardiografo, un Ansaldo mono-bidimensionale, con cui formulai la mia prima diagnosi di prolasso della valvola mitrale, allora non semplice: nacquero diversi congressi; in uno, a Milano, partecipai come relatore portando la mia esperienza.
Nel 1990 arrivò il prof. Marco Di Gennaro, vincitore di concorso: con lui la Cardiologia prese il volo, passando da un ambulatorio ristretto a un ambulatorio con turno notturno e, nel 1995, si aprì il reparto di Cardiologia con 4 posti UTIC e 2 post-intensiva (allora Unità Terapia Intensiva Coronarica, oggi Unità Terapia Intensiva Cardiologica). Erano gli anni della terapia dell’infarto acuto del miocardio con trombolisi, una sorta di angioplastica “chimica”. Nel contempo iniziava l’avventura del pacing con impianti di pacemaker: da allora 3.757 (gli ultimi due il 31 luglio 2025, mio ultimo giorno di servizio).
2012: up-grading da 6 a 12 posti letto (4 UTIC, 8 post-intensiva). 2022: ultimo incremento a 16 posti letto in periodo Covid-19.
Nel 2019 il prof. Di Gennaro aprì la sala di Emodinamica; con il tutoraggio degli emodinamisti del Sant’Andrea si iniziò l’attività diagnostica coronarica, poi interrotta per ristrutturazione e acquisto del nuovo angiografo fisso. Nel 2023 l’avventura riprese; per un anno sempre con gli emodinamisti del Sant’Andrea e dal 2024 pienamente autonomi, con circa 500 procedure/anno, di cui il 50% angioplastiche.
Per l’Ospedale fu una svolta epocale: azzerata la mobilità passiva verso altri siti di emodinamica; per i reparti con attività chirurgica l’emodinamica consentì interventi che, in altri tempi, avrebbero richiesto trasferimenti, ottimizzando le patologie coronariche o strutturali (es. stenosi aortica).
Da SOLO ho percorso l’intero continuum diagnostico-terapeutico cardiologico, INSIEME a tutti i colleghi del passato e ai cardiologi Usai, Azzarri, Vittore, Giglio,Giordano, Biscotto e Iacomelli (anche lui VIP – very important pensionato), INSIEME ai giovani degli ultimi anni: Luciani, Sannino, Fioretti, Simone. Abbiamo sviluppato una realtà che non ha nulla da invidiare ad altri siti cardiologici romani, per condivisione di responsabilità, unione di talenti e risorse e supporto reciproco, rendendo il percorso più sostenibile e gratificante.
Non voglio dimenticare l’assistenza degli infermieri, sempre all’altezza del profilo professionale. La collaborazione e l’unione delle forze, non solo mediche ma anche del comparto, sono essenziali per conseguire obiettivi più grandi e duraturi. Ultimo ricordo: una notte in clinica privata, al termine del trattamento di un edema polmonare acuto, un infermiere mi disse, vedendomi felice del successo: «Si è un buon dottore se vicino c’è un buon infermiere».
INSIEME alla componente amministrativa, dai tempi del comitato di gestione agli amministratori attuali, è stato possibile sviluppare il meglio per i cittadini della ASL Roma 4.
Rimpianti: in verità non ne ho. Forse non essere stato sufficientemente persuasivo nel trasmettere l’attività di impianto di pacemaker a un collega.
Delusioni
– Aver visto andare via molti giovani colleghi verso siti romani.
– Mancata fidelizzazione da parte dell’Amministrazione dei giovani colleghi, costretti a sottrarre al misero stipendio circa 600 euro/mese e, talora, per controlli di cartellino con regole mutevoli, perdere compensi di notti o festivi o ore in esubero.
Speranze: che i miei giovani colleghi Tropea, Imperattrice, Manuelli, Valeri e, in particolare, il nuovo Direttore Gioffrè, ereditino INSIEME PROFESSIONALE, ETICA, UMANITÀ E CURIOSITÀ CULTURALE.
In conclusione, il prossimo 11 novembre 2025 saranno 43 anni di attività medica”.
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