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San Francesco e Civitavecchia

CIVITAVECCHIA – In questi giorni, il Parlamento sta approvando una legge che reintroduce per il 4 febbraio la festa di San Francesco Patrono d’Italia, che fu abolita nel 1977 per questioni di risparmio.

La nostra città è molto legata al Santo d’Assisi di cui è testimonianza materiale il monumento sito nell’omonimo largo. Opera dello scultore allumierasco Giuseppe Cozzi, la statua del Poverello fu finanziata dal Comune di Civitavecchia per lire 5.000 e da altri benefattori, fra cui si distinse il duce che inviò un contributo di mille lire.

La statua si erge di fronte alla Chiesa dei Santi Martiri Giapponesi, anche loro francescani, che nel 1937 fu eretta parrocchia dal vescovo Drago e affidata ai Frati Minori che erano arrivati a Civitavecchia dopo che la città era stata annessa al Regno d’Italia.

I primi francescani che si stabilirono nella città furono i frati minori conventuali che nel 1589 ebbero in dono una vigna con casale e frutteto nelle adiacenze delle mura del Sangallo da parte del capitano Francesco Andreotti, combattente della marina pontificia a Lepanto. I frati si obbligavano a costruire una chiesa dedicata a San Francesco. Solo nel 1610, e all’interno della cinta muraria, nella zona detta delle “ciarle”, perché lì c’era il mercato e i civitavecchiesi si riunivano per ciarlare, fu finalmente iniziata la costruzione della chiesa dedicata al Santo. Ma per i frati conventuali non era finito il vagabondare. La chiesa gli fu tolta per diventare la Collegiata e poi Cattedrale di Civitavecchia. Obtorto collo, i conventuali dovettero ritornare al primitivo insediamento dove ricostruirono il convento e la chiesa che nel 1856 fu dedicata all’Immacolata Concezione, da poco proclamato dogma da Pio IX.

Altrettanto antico è l’insediamento in città dei frati minori cappuccini che arrivarono in porto nel 1571 per prendere parte alla battaglia di Lepanto come cappellani della flotta pontificia. Un secolo dopo, nel 1684, i frati si stabilirono in Darsena dove venne costruito un ospizio nelle prossimità del Lazzaretto. A loro fu affidata la cura spirituale di quanti lavoravano nella flotta pontificia: marinai, militari, galeotti e schiavi. Nel 1713 si diede inizio alla costruzione di un nuovo convento e della chiesa dedicata a San Felice da Cantalice, primo santo cappuccino, nella zona del “Belvedere”.

Ai frati del Terzo Ordine Regolare francescano (TOR), nel 1962, fu affidata per alcuni anni la parrocchia di San Gordiano.

Undici anni fa, Giovanni Insolera ha dedicato alle presenze francescane nella Diocesi di Civitavecchia – Tarquinia, il volume “Poi che la gente poverella crebbe” che abbiamo qui utilizzato.

La presenza francescana a Civitavecchia è ormai ridotta ai soli frati minori cappuccini. Le altre famiglie francescane hanno lasciato la città.

In questi 450 anni di presenza dei Figli di San Francesco in città, l’amore dei civitavecchiesi verso di Lui si è grandemente affermato con la presenza in varie parrocchie dell’Ordine Francescano Secolare che raggruppa tanti suoi devoti.

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