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“L’ultima notte di Marco”, il nuovo libro su Vannini

“L’ultima notte di Marco”, il nuovo libro su Vannini

CERVETERI - «Non sappiamo ancora la verità, e questo ci fa soffrire. Perché il sostegno di tutta questa gente ci dà sempre un grande coraggio». Marina Conte, madre di Marco Vannini, commenta così la giornata di presentazione del nuovo libro “L’ultima notte di Marco”, il nuovo libro su Vannini scritto da Giulio Golia e Francesca Di Stefano, giornalisti del programma tv Le Iene. Un pubblico numerosissimo si è radunato sotto la quercia di largo Almunecar, lo stesso albero che a giugno del 2015 ospitò il sit in organizzato per il giovane ucciso a soli 20 anni con un colpo di pistola la notte tra il 17 e il 18 maggio di quell’anno a Ladispoli. Durante le tante fiaccolate sia a Cerveteri che a Ladispoli, i familiari di Marco chiedevano verità e giustizia, quella giustizia arrivata poi a maggio del 2021 con la condanna definitiva in Cassazione per Antonio Ciontoli, il capofamiglia, sottufficiale della Marina con un ruolo nei servizi segreti. Pena di 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario anche per la moglie, Maria Pezzillo e i figli, Federico e Martina, quest’ultima ex fidanzata di Marco Vannini. I suoi genitori erano presenti e hanno partecipato attivamente alla presentazione moderata dalla giornalista di Quarto Grado, Anna Boiardi. Parecchi i momenti di riflessione, anche tante lacrime perché sono stati ripercorsi quei momenti drammatici. Le intercettazioni ambientali, le udienze nei tribunali, la liberazione quando sono arrivate le condanne. «Cerveteri ancora unita per Marco – parla Valerio Vannini – e devo dire che la gente ha dimostrato ancora attaccamento. Evidentemente è una storia entrata nel cuore di tutti che non uscirà mai e forse ci si immedesima. L’operato dei Ciontoli è stato inqualificabile, hanno aspettato 3 ore, hanno fatto morire un ragazzo volutamente». L’incontro si è svolto alla Mondadori di Cerveteri gestita da Tarita Vecchiotti e Andrea Oliva, della Piemme Edizioni il libro. In prima fila il sindaco cerveterano, Elena Gubetti e quello di Ladispoli, Alessandro Gnazi. «Sono passati ormai più di dieci anni dalla tragedia – racconta Giulio Golia - da quando un ragazzo di appena 20 anni perdeva la vita in circostanze incredibili, all’interno di una casa che doveva essere per lui un rifugio, e che invece è diventata la sua trappola. Marco Vannini quella notte è diventato il figlio d’Italia, sua madre Marina la mamma d’Italia, e la vicenda si è rapidamente trasformata in uno dei casi mediatici più seguiti e discussi nel nostro Paese». Per far calare il sipario ci sono voluti sei anni interminabili in cui sono stati necessari cinque processi prima della sentenza definitiva degli Ermellini. «Questa storia non è soltanto un tragico caso di cronaca nera – commenta Di Stefano -, un incidente consumato tra le mura domestiche, ma è una storia che parla anche di noi, della società in cui viviamo, e di quello che stiamo insegnando, o non insegnando, ai nostri figli. In questa vicenda si è svelata una delle fragilità più gravi del nostro tempo: l’incapacità di ammettere un errore».

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