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Guerra di Liberazione, 700 studenti al Comvie

Guerra di Liberazione, 700 studenti al Comvie

CIVITAVECCHIA – Nell’ambito delle celebrazioni per la ricorrenza dell’80° Anniversario della Liberazione, il Comando Valutazione e Innovazione dell’Esercito ha ospitato, su richiesta del Comune di Civitavecchia, una conferenza, dal titolo “La guerra di Liberazione e il successivo assetto costituzionale dell’Italia”. L’evento ha visto la partecipazione di autorità locali e di circa 700 studenti delle classi quinte degli Istituti Superiori della zona, con la collaborazione della locale sezione dell’ANPI, del professor Luciano Zani, ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università Sapienza, e della Vicepresidente dell’Associazione Nazionale ex-Internati (ANEI), Anna Maria Sambuco e di Ofelio Rabissi, classe 1922, tra gli ultimi internati militari italiani ancora in vita.

L’attività - che rientra nell’alveo di quelle promosse dal Ministero dell’Istruzione e del Merito in materia di promozione di percorsi di formazione storica sulla guerra di Liberazione - ha vissuto tre momenti differenti: oltre alla conferenza storica, gli studenti e gli ospiti tutti hanno potuto visitare anche degli stand dimostrativi, a cura 7° reggimento difesa CBRN “Cremona” e 11° reggimento trasmissioni, oltre a quello dedicato all’Info Team, tratto dal dipendente 80° reggimento “Roma”, per poi effettuare una visita presso la Biblioteca del COMVIE. Su specifica richiesta della sezione locale dell’ANPI, infatti, i 600 studenti hanno potuto apprezzare gli oltre 62mila volumi, sia antichi sia moderni, oltre alle centinaia di collezioni di riviste militari italiane e straniere presenti. Un momento particolare è stato dedicato all’illustrazione dei volumi di particolare pregio custoditi: ben quattro incunaboli del 1400, 53 volumi del 1500 e 95 del 1600, patrimonio non solamente del Comando Valutazione e Innovazione ma di tutta la cittadinanza civitavecchiese.

Nel corso del suo intervento, il Colonnello Aniello Santonicola, Capo di Stato Maggiore del Comando per la Valutazione e l’Innovazione dell’Esercito, ha evidenziato il significativo contributo dell’Esercito Italiano alla guerra di Liberazione dopo l'Armistizio dell'8 settembre del 1943. L’Esercito Cobelligerante Italiano, componente regolare delle Forze Armate del Regno del Sud combatté a fianco degli Alleati contro i tedeschi e la Repubblica Sociale Italiana, inizialmente con il 1° Raggruppamento Motorizzato, poi ampliato fino ad assumere la successiva denominazione di Corpo Italiano di Liberazione, per poi dare vita a sei Gruppi di Combattimento. Tali unità, partecipando a importanti e cruente battaglie lungo la Linea Gustav e la Linea Gotica, pagarono con un elevatissimo tributo di sangue la liberazione di diverse città del Nord Italia, ripristinando la dignità e la sovranità militare italiana agli occhi degli Alleati, garantendo così il reinserimento dell'Italia tra le nazioni combattenti per la libertà. Inoltre, ha aggiunto il Colonnello Santonicola, non vanno mai dimenticate le intere unità che, come la Divisione Acqui a Cefalonia, che rifiutarono di collaborare con i tedeschi al prezzo della loro vita, così come i circa 600mila militari che vennero internati nei lager tedeschi. Il tributo pagato dall’Esercito alla guerra di Liberazione si desume anche dai numeri: dei circa 70mila caduti italiani nel periodo 1943-1945, ben 47.500 furono militari e tra di loro spicca il Capitano di Fanteria Luigi Giorgi, a cui è dedicata la Caserma che oggi ospita il COMVIE. Considerato un Eroe della Liberazione, Giorgi è l'unico combattente di tutta la guerra di Liberazione a essere stato insignito di due Medaglie d'Oro al Valor Militare, una sul campo e una alla memoria, oltre alla "Stella d'Argento" americana, apparteneva al 21° reggimento della Divisione "Cremona", poi diventata Gruppo di Combattimento "Cremona". Luigi Giorgi morì il 7 maggio del 1945, a seguito di complicazioni, dopo essere stato ferito gravemente all'addome il 26 aprile, nel corso di un attacco alla testa di ponte dell'Adige, dopo essere stato ricoverato nel 66° ospedale da campo inglese.

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