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13 Ottobre 2025 - 00:08
10 agosto 1942, il Tenente Edward Leutze con il suo P-51, abbatte nel cielo sopra l'Atlantico, un caccia tedesco FW-190, è la prima di una lunga serie di vittorie che questo aereo otterrà sul fronte Europeo.
Alla fine, la storia dirà che entro la fine della guerra, i piloti dei Mustang avranno abbattuto quasi 5000 aerei nemici, un numero significativo che evidenzia l'efficacia e l'impatto devastante che questo aereo ebbe nei conflitti, fronte Europeo e Pacifico.
Il P-51 fu soprannominato "Mustang", come i cavalli delle pianure del Nord America, selvaggi, forti e resistenti, mai appellativo fu piú azzeccato.
Progettato dall'industria North American, inizialmente era equipaggiato da un motore Allison, ma questo non gli consentiva velocità elevate ed inoltre la sua potenza scadeva notevolmente alle quote alte.
Il vero salto di qualità ci fu con l'introduzione del propulsore Inglese Rolls Royce Merlin, prodotto su licenza dalla Packard Americana.
Questo erogava fino a 1700 cavalli e garantiva prestazioni eccezionali in termini di autonomia, rapidità ed affidabilità.
I nuovi modelli di Mustang equipaggiati col nuovo motore, furono denominati P-51B e C.
Inoltre il Mustang fu uno dei primi aerei in assoluto ad avere un'ala a flusso laminare, che riduceva la resistenza aerodinamica, mantenendo il flusso dell'aria liscio e parallelo all'ala: questo si traduceva in maggiore efficienza, velocità ed autonomia del velivolo.
Parlando del solo Teatro Europeo, i P-51 erano usati per la scorta ai bombardieri, ingaggiando spesso i caccia Luftwaffe, principalmente Bf-109G e K, trovandosi in vantaggio rispetto a questi, in fatto di velocità, robustezza, visibilità del pilota ed armamento.
Per quanto riguardava lo scontro con i FW-190A8, il Mustang era migliore del caccia Luftwaffe sotto molti aspetti, eccetto nel volo a bassa quota e rollio(l'inclinazione laterale per eseguire le virate).
La situazione si livellava nei confronti dell'ultima versione del FW-190, il D9: questo aereo, dotato del nuovo motore Jumo 213, era nettamente migliore rispetto al suo predecessore, praticamente a tutte le quote ed in velocità massima ed ascensionale.
Contro questo aereo, il Mustang doveva lottare molto, in quanto i due caccia erano complessivamente equivalenti:
alle quote alte il Mustang era migliore, ma generalmente i duelli si svolgevano a quote medio-basse, dove il Dora 9 eccelleva per agilità, accelerazione, armamento e capacità di incassare i colpi.
In questo caso, la superiorità del P-51 era dettata dal maggior numero di aerei in volo e dall'addestramento dei piloti Americani.
Difatti nell'ultimo periodo di guerra, erano ormai quasi tutti scomparsi i piloti tedeschi piú esperti, detti "experten" e gli assi, ossia i piloti che avevano abbattuto almeno 5 aerei avversari (deceduti, fatti prigionieri o relegati al ruolo di addestratori) e le nuove leve non erano affatto all'altezza.
Bisogna ricordare che agli inizi del 1945 il Reich era ormai allo sbando: scarsità di carburante, aeroporti distrutti, difficoltà nella produzione dei velivoli ed incapacità di rimpiazzare aerei e piloti perduti.
Per ovviare all'ultimo problema, si acceleravano i corsi addestrativi, mandando in aria giovani che non avevano mai combattuto, inesperti di volo e sostanzialmente non all'altezza delle performance dei caccia che pilotavano.
Il P-51 fu il primo aereo Alleato a poter scortare i bombardieri fino a Berlino, nel cuore del Reich e tornare indietro ed inoltre garantiva la superiorità aerea.
Con questo caccia al loro fianco, che gli equipaggi dei bombardieri chiamavano "il piccolo amico", si sentivano piú al sicuro e protetti.
Avevano pienamente ragione: erano molto meno vulnerabili e le statistiche diedero pienamente ragione al suo soprannome: un numero di B-17 e B-24 abbattuti, dieci volte inferiore, era davvero una scorta indispensabile!
Per migliorare la visibilità, specialmente posteriore, nell'estate del 1944, entrò in servizio un nuovo tipo di P-51, denominato D, la cui fusoliera fu ridisegnata per accogliere un tettuccio a bolla che garantiva 360 gradi di visibilità e 6 mitragliatrici Browning Cal.50 da 12,7 mm (anche 2 bombe da 227 kg in configurazione bombardiere) che garantivano un volume di fuoco enorme.
Questa nuova versione, fu quella maggiormente prodotta (più di 7.700 aerei su 15.586 totali) ed univa potenza bruta, di fuoco e motoristica, ad una cellula di pulizia e compattezza estrema.
Il P-51 si perfezionava con il tempo, riuscendo ad equiparare o superare i migliori caccia tedeschi, ma ben presto si sarebbe trovato a fronteggiare un velivolo totalmente nuovo ed innovativo.
Attaccava i bombardieri Americani ad una velocità a cui nessun aereo era mai andato: non aveva eliche, le sue ali non erano dritte ma a freccia, non assomigliava a nulla di conosciuto, sembrava uscito da un libro di fantascienza e vederlo incuteva perplessità e timore.
Era il primo caccia a reazione operativo della storia: il Messerschmitt 262.
* Paolo Colaiacomo, civitavecchiese, è appassionato di storia contemporanea e modellismo. Nel 2025 ha vinto la medaglia di bronzo ai campionati mondiali di modellismo di Versailles. Con questo articolo inizia la rubrica “Racconti dell’aria”, storie vere di aerei che hanno fatto la storia.
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