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«Emergenza nocciole, la Regione chiederà la deroga allo stato di calamità»

«Emergenza nocciole, la Regione chiederà la deroga allo stato di calamità»

Per la situazione delle nocciole, la Regione chiederà la deroga allo stato di calamità. È quanto emerso lunedì nel corso della riunione del tavolo tecnico permanente per la concertazione in materia di corilicoltura. La seduta è stata presieduta dal consigliere regionale Giulio Zelli, presidente della commissione Agricoltura, dal caposegreteria dell'assessorato all'Agricoltura, Annibale Conti, e da Roberto Aleandri della direzione regionale Agricoltura.

All'incontro hanno partecipato i sindaci di vari Comuni della Tuscia, i rappresentanti sindacali delle associazioni di categoria, Arsial, Enea, Crea, l'Unitus e l'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Viterbo.

«Nel corso della riunione, incentrata sull'ormai nota problematica legata ai fenomeni del marciume bruno, della cascola e della cimice asiatica che stanno causando la necrosi di diverse piantagioni - fa sapere Zelli - abbiamo avuto modo di quantificare i danni alle produzioni per un totale di 160 milioni di euro, con un'incidenza del 70-80%, in alcune zone addirittura del 100%. Data la situazione di grave disagio che sta affliggendo il comparto corilicolo, in particolare quello viterbese che notoriamente forma il settore a livello regionale, la Regione ha deciso di intraprendere congiuntamente alle regioni Piemonte e Campania la strada del ricorso in deroga allo stato di calamità naturale. Questo percorso, che necessita del via libera da parte del Ministero dell'Agricoltura, consentiràbbe di ottenere delle specifiche vie di finanziamento come aiuti e risarcimenti alle aziende agricole danneggiate».

L'assessorato all'Agricoltura, su indicazione dell'assessore Righini, inoltre, ha prodotto una piattaforma per poter quantificare e poi ripartire quelle che saranno le risorse da destinare aziende e fare uno studio approfondito sulle problematiche del marciume bruno, della cimice asiatica e della cascola. «Nell'ultimo di bilancio - prosegue Zelli - a tal proposito, con un emendamento a mia firma sono stati destinati 30mila euro per uno studio che sarà condotto in sinergia da Unitus e Arsial direttamente collegato sulle piante per analizzare scientificamente il fenomeno e trovare le giuste contromisure. Attualmente, una delle soluzioni è quella di puntare ad un ringiovanimento delle coltivazioni, essendo le piante più vecchie quelle più vulnerabili alla necrosi». Zelli coglie «con favore la proposta presentata da Stelliferi & Viconuts assieme ad Op associate di finanziare il raddoppio dei lanci di vespa samurai. Possiamo considerare questa come una piccola vittoria - aggiunge - anche se la strada è ancora lunga, perché viene riconosciuta l'utilità della lotta biologica su cui la Regione ha scommesso sin da subito. Assofrutti e l'Unitus, tramite il professore Giorgio Balestra, hanno invece proposto di allargare il monitoraggio che stanno facendo in collaborazione sulle fisiopatie in tutto il territorio corilicolo. Infine anche Crea si è messa a disposizione per uno studio, che stanno facendo sui cambiamenti climatici e le sue influenze a livello di coltivazione agricola e della nocciola». Zelli conclude sottolineando che «La Regione e l'amministrazione Rocca continueranno a monitorare la situazione e non lascerà da soli gli agricoltori. Nessuna'azienda sarà abbandonata, la corilicoltura resta un asset fondamentale del settore corilicolo laziale».

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