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13 Novembre 2025 - 15:08
LADISPOLI – L’opposizione chiede la revoca del bando di Capodanno da 400mila euro. La giunta risponde per le rime. Si accende già il Natale dopo la nota stampa di questa mattina firmata da Ladispoli Attiva, Pd, Ladispoli Cambia e Progetto Ladispoli. «Abbiamo presentato un’istanza di annullamento in autotutela del bando con cui il Comune intende affidare l’organizzazione dell’evento – affermano -. Un bando che, più che garantire trasparenza sembra costruito per confermare gli stessi schemi, offrendo una parvenza di correttezza formale. Nelle precedenti edizioni il Capodanno era stato affidato direttamente, senza alcuna gara. Questa volta, a seguito degli esposti presentati dalle opposizioni, del lavoro di vigilanza in consiglio, l’amministrazione Grando ha cercato di dare l'impressione di massima trasparenza». Per i contestatori la sostanza non cambia: «Il bando – aggiungono - limita la concorrenza, aggira le norme sugli appalti e non tutela le risorse pubbliche. Quando si spendono risorse di questa entità, i cittadini hanno diritto a un procedimento trasparente, competitivo e capace di assicurare il miglior servizio. L’amministrazione ha scelto di applicare il regolamento comunale per i contributi al terzo settore, non per affidare servizi di organizzazione eventi. Nel frattempo, lo stesso regolamento è stato modificato in modo da rendere ancora più generosa l’erogazione: il contributo massimo è passato dal 70% al 90% e poi al 100% del costo». Per il centrosinistra sono tantissime le incongruenze. «A ciò si aggiunge un 2% aggiuntivo di spese generali. Una scelta che contraddice apertamente la giurisprudenza consolidata in materia di contributi a enti del terzo settore, secondo cui tali interventi devono essere caratterizzati dalla gratuità per il soggetto attuatore o, comunque, dalla mancata copertura integrale dei costi, proprio per distinguere il sostegno economico da un vero e proprio contratto di prestazione di servizi. Quando l’Ente pubblico arriva a finanziare il 100% della spesa si oltrepassa la soglia della contribuzione e si entra a pieno titolo nel campo dell’appalto di servizi, con tutte le conseguenze giuridiche e procedurali che ciò comporta. Sulla carta, il soggetto attuatore può inoltre trattenere le sponsorizzazioni private, che dovrebbero essere inserite a bilancio e quindi ridurre il contributo comunale. Ma di fatto questa regola è priva di reale efficacia, perché nel bando non emerge alcun obbligo di contabilizzare preventivamente le sponsorizzazioni». Tante altre accuse: «Tra i criteri di valutazione compare un punteggio premiale per la “reale capacità di attrarre sponsorizzazioni”, che però non può avere alcun valore concreto al momento della candidatura: per poter essere misurata, una sponsorizzazione deve basarsi su contratti certi, non su promesse o previsioni. È un elemento che può essere verificato solo a consuntivo, non utilizzato come criterio di punteggio. Se davvero si fosse voluto premiare l’efficienza economica, l’amministrazione avrebbe potuto indire una gara pubblica, consentendo ai partecipanti di offrire uno sconto percentuale sulla base d’asta, come avviene in ogni procedura trasparente e competitiva. Così, invece, si perpetua un sistema che lascia ampi margini di discrezionalità e nessuna reale concorrenza». Discussioni pure sul sistema di valutazione previsto dal bando. «La sezione E attribuisce 20 punti su 100 alla qualità dimostrata in pregresse esperienze relative ad eventi aventi la stessa natura. Criterio che, applicato a Ladispoli, premia automaticamente chi ha già organizzato eventi simili negli ultimi anni: si tagliano fuori anche molte realtà del territorio. È evidente che un ente del terzo settore non dispone della capacità finanziaria necessaria per anticipare somme così ingenti, l’avviso prevede la possibilità di chiedere l’anticipo dei contributi comunali — senza fissare alcun tetto massimo. Ma in questo caso il Comune non prevede nessuna delle garanzie che sarebbero obbligatorie in una gara vera: nessuna fideiussione, nessun controllo sul Durc, nessun vincolo di tracciabilità dei flussi finanziari come impone la legge 136/2010. Significa che l’Ente può erogare centinaia di migliaia di euro in anticipo, senza assicurarsi che quei fondi vengano gestiti correttamente, senza verifiche sui pagamenti a fornitori e artisti, e senza strumenti per recuperare le somme in caso di inadempienze. In una procedura regolare di gara, tutto questo sarebbe obbligatorio: ogni euro pubblico sarebbe tracciato, ogni spesa certificata, ogni passaggio verificato. Qui, invece, si finanzia un evento da 400 mila euro con soldi pubblici e senza tutele reali per la collettività. Quando si gestiscono 400 mila euro di soldi pubblici la prima regola dovrebbe essere aprire alla concorrenza, non chiudersi in procedure fatte su misura. Solo una gara vera, aperta a operatori qualificati, anche con sede fuori Ladispoli, può garantire un evento di qualità, trasparente e sicuro per la città. La giurisprudenza e l’Anac sono inequivocabili: quando si affidano servizi di questa portata economica, l’unico percorso legittimo è quello della gara ad evidenza pubblica. Ogni altra via espone l’Amministrazione a rischi di illegittimità, contenziosi e possibili rilievi contabili. Non è una battaglia contro i grandi eventi, ma sul modo in cui si governa una città. Chi amministra ha il dovere di spendere bene, garantendo legalità, trasparenza e pari opportunità. Il Comune apra davvero il bando di Capodanno alla concorrenza: è l’unico modo per restituire credibilità alle istituzioni e offrire ai cittadini un evento all’altezza della nostra città».
Marco Porro, assessore al Turismo (nella foto), non ci sta. «L’ossessione con cui una parte dell’opposizione tenta di gettare ombre su ogni iniziativa dell’amministrazione è ormai esasperante – replica -. Mettere in discussione una procedura assolutamente conforme alla legge, ai regolamenti e svolta attraverso un avviso pubblico, peraltro non vincolante, significa offendere non solo il lavoro degli uffici, ma l’intera città. Stiamo organizzando un evento di promozione territoriale e mi sembra del tutto naturale che il contributo venga assegnato a enti che operano concretamente nella valorizzazione del territorio». Ulteriori precisazioni: «Sorprende, invece, vedere esponenti che in passato hanno votato favorevolmente delibere analoghe fingere oggi indignazione, nel tentativo di cavalcare una polemica costruita ad arte. Noi continuiamo a lavorare con trasparenza, rispetto delle norme e con l’unico obiettivo di offrire a Ladispoli un Capodanno di qualità e un’occasione di crescita per il territorio».
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