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09 Ottobre 2025 - 12:08
CIVITAVECCHIA – Una lastra di marmo incisa in latino, dedicata “agli spiriti” di un marinaio dell’antica Centumcellae, ha attraversato l’oceano per riemergere – ottant’anni dopo la sua scomparsa – in un giardino di New Orleans. È la straordinaria vicenda della stele funeraria di Sextus Congenius Verus, un marinaio vissuto nel II secolo d.C., che dopo 22 anni di servizio sulla trireme Asclepius morì a 42 anni. L’iscrizione, per decenni ritenuta perduta, apparteneva al Museo Archeologico di Civitavecchia, distrutto dai bombardamenti alleati durante la Seconda guerra mondiale.
A riportarla alla luce, quasi per caso - come si legge nella rivista del Preservation Resource Center di New Orleans e ripresa dal quotidiano La Repubblica – è stata Daniella Santoro, antropologa della Tulane University, insieme al marito Aaron Lorenz. Ripulendo le sterpaglie del giardino della loro casa in Cambronne Street, nel quartiere di Carrollton, la coppia si è imbattuta in una lastra di marmo scolpita. Pensando potesse segnalare un antico sepolcro, Santoro ha contattato archeologi e colleghi dell’Università di New Orleans, avviando una catena di verifiche che avrebbe svelato un mistero sepolto nella storia.
Le fotografie dell’iscrizione sono state inviate a studiosi di Innsbruck e Tulane, che hanno rapidamente riconosciuto il latino e datato la stele al II secolo d.C. Ma la vera sorpresa è arrivata confrontando l’oggetto con i vecchi inventari del museo civico di Civitavecchia: la descrizione coincideva perfettamente con una stele scomparsa dopo i bombardamenti.
Da lì è iniziata un’indagine che ha coinvolto archeologi, storici e perfino l’Art Crime Team dell’FBI, specializzato nel recupero di beni culturali trafugati. L’agenzia americana ha preso in custodia la stele, avviando il processo per il suo rimpatrio in Italia. Secondo gli studiosi, il manufatto potrebbe essere stato sottratto nel caos del dopoguerra, forse da un soldato alleato di passaggio o da un antiquario locale che lo vendette come souvenir in tempi in cui il traffico di reperti non era ancora rigidamente controllato.
Il percorso esatto della pietra resta avvolto nel mistero. I ricercatori americani hanno escluso che la famiglia che abitò per decenni nella casa di New Orleans fosse direttamente coinvolta. Forse la stele fu acquistata o riutilizzata da ignoti come semplice elemento da giardino, finendo dimenticata sotto la vegetazione.
Oggi, dopo un viaggio lungo ottomila chilometri e duemila anni, la lapide di Sextus Congenius Verus è pronta a tornare a casa. Il museo di Civitavecchia, che negli anni Settanta ricostruì con fatica la propria collezione, si prepara ad accoglierla di nuovo.
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