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23 Settembre 2025 - 15:08
CAPRAROLA - Stelliferi & Viconuts, con le cooperative associate, pronto a contribuire autonomamente per potenziare i siti di lancio della vespa samurai nei noccioleti dei Monti Cimini, allo scopo di proseguire nel modo più efficace possibile la lotta biologica alla cimice asiatica.
La proposta formale è stata presentata nell’incontro in Regione Lazio del 22 settembre, in cui si è discusso della richiesta di stato di calamità da parte delle Op (organizzazioni di produttori). Allo stato attuale, la Regione ha finanziato circa 50 siti di rilascio della vespa samurai (Trissolcus japonicus), che rappresenta l’unico antidoto funzionante a lungo termine alla cimice che colpisce le coltivazioni di nocciole. Una quantità già estesa quest’anno, grazie anche al sollecito delle OP.
«Tuttavia le esperienze di altre regioni, come l’Emilia-Romagna – sottolinea Gianluca Santinelli, agronomo di Cpn (Cooperativa produttori nocciole), tra le organizzazioni aderenti – dimostra che tale numero di siti è insufficiente per un’efficace diffusione dell’insetto antagonista e quindi per un reale contenimento della cimice asiatica». L’obiettivo della proposta di Stelliferi & Viconuts è raddoppiare i siti di lancio della vespa samurai (i quali devono ottenere l’autorizzazione di Ministero dell’Agricoltura e della Regione), portandoli almeno a 100 già a partire dalla prossima stagione, e sostenendo direttamente i costi, stimati in circa 35-40mila euro annui per almeno tre anni.
Si richiede dunque alla Regione Lazio il via libera formale a procedere nel rispetto dei protocolli ufficiali, con il coordinamento del Servizio Fitosanitario e degli enti di ricerca coinvolti, tra cui Enea e Crea.
«Negli ultimi anni – aggiunge Santinelli – i danni provocati dalla cimice asiatica hanno contribuito in maniera determinante alla crisi produttiva del comparto e la lotta biologica rappresenta oggi l’unica strategia sostenibile a lungo termine. In una fase di emergenza, caratterizzata dalla richiesta dello stato di calamità naturale per la campagna 2025, non basta più sollecitare interventi istituzionali, ma è necessario proporre soluzioni concrete agendo con risorse proprie, nell’osservanza delle normative vigenti, per tutelare l’area corilicola del Lazio da quella che da tempo costituisce una minaccia per il nostro comprensorio e, di riflesso, per tutta l’economia della Tuscia. Nell’incontro di oggi accanto a questa iniziativa è arrivata anche un importante risultato istituzionale. Grazie al lavoro della Cpn, la Regione Lazio ha ufficialmente dichiarato che dal primo gennaio 2026 partiranno gli aiuti destinati alle aziende che aderiscono alla produzione integrata. Un traguardo che rappresenta un ulteriore passo a sostegno delle imprese agricole, orientandole verso modelli più sostenibili e competitivi».
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