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Paffetti confermata per il terzo anno alla guida del minibasket RIM

Paffetti confermata per il terzo anno alla guida del minibasket RIM

Già a lavoro da diverse settimane, Alessandra Paffetti, ex giocatrice professionista di Serie A e 2 volte vice-campionessa italiana, è stata confermata alla guida del settore minibasket della RIM. Per il terzo anno consecutivo, coach Paffetti guiderà i più piccoli, aiutandoli a costruire delle solide basi. Non solo, da questa stagione, Alessandra seguirà anche gli esordienti, un gruppo che lavora con lei sin dall’inizio. Con l’obiettivo di far giocare di più i ragazzi, la società ha deciso di affacciarsi sul territorio romano, oltre che sul litorale, per creare una scuola basket sempre più competente e stimolante. A supportare Paffetti nel suo lavoro ci sarà Federico Bifulco, che inizia la sua avventura da allenatore RIM.

«Abbiamo deciso di iscrivere gli esordienti, i 2014, al campionato ASI perché avranno la possibilità di giocare molto di più rispetto al circuito tradizionale e di confrontarsi con le squadre di Roma. Abbiamo avuto tanti nuovi iscritti in questa squadra ed è un gruppo veramente eterogeneo in cui ci sono livelli diversi. Il lavoro è sicuramente difficile, ma stimolante – ha spiegato il coach – devo dire che abbiamo avuto pochissime perdite e tanti nuovi iscritti, sono contenta di questo. So che sono un po’ severa, ma molti genitori sono in linea con la mia visione del gioco e dell’educazione. Per questo restano e sono felici. È chiaro che i piccolini sono un serbatoio che cambia in continuazione perché devono capire cosa vogliono fare, ma vedere i gruppi che si stabilizzano è una soddisfazione.

Lavorerò con tutte le squadre del minibasket – ha raccontato Paffetti – dai Pulcini (2019-2020) fino agli esordienti come dicevo prima, passando per Scoiattoli (2017-2018) e Aquilotti (2015-2016). Con loro, invece, faremo i Tornei FIP. Il mio obiettivo è che i ragazzi crescano individualmente a vari livelli. Per me è importante che la crescita sia cestistica e umana, le due 2 cose devono andare di pari passo. È chiaro che ai più grandi si chieda di più anche a livello tecnico. Però, ripeto, non è tanto il gesto, ma l’impegno. Vorrei trasmette a questi ragazzi il senso del lavoro, l’idea che le cose più facili si esauriscono subito. Bisogna puntare alla via più difficile che, poi, sarà quella più duratura. È il particolare a fare la differenza».

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