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24 Settembre 2025 - 09:08
Un piccolo palliativo ma niente di più. Sono arrivati aggiornamenti, ma nessuna clamorosa novità, in merito alla situazione dei voucher per far praticare l’attività sportiva alle famiglie in difficoltà. Nei giorni scorsi una ventina di associazioni locali e il delegato allo Sport, Patrizio Pacifico, avevano inviato una lettera alle consigliere regionali del territorio, chiedendo proprio alla Regione di intervenire in merito alle numerose problematiche che avrebbero messo in grande difficoltà le società per consentire ai ragazzi e ai bambini di poter usufruire dei voucher, con una serie di asperità incredibili da superare. E proprio in merito a ciò sono giunti aggiornamenti, ricevuti grazie al supporto di Michela Califano, Emanuela Mari e Marietta Tidei, che stanno seguendo le istanze presentate.
Ci sono stati alcuni avvicinamenti, ma nessuna modifica sostanziale. Innanzitutto le quattro tranche restano confermate per questa annualità, perché previste dall’Avviso Pubblico e dalle convenzioni già firmate con Sport e Salute. È stata introdotta una semplificazione: ora è possibile inserire in piattaforma la durata della lezione e, con una sola registrazione (entrata o uscita), il sistema calcola automaticamente tutte le ore.
La registrazione tramite QR code resta obbligatoria, perché garantisce la tracciabilità richiesta dai fondi europei (Fse). Per la seconda annualità ci sarà la possibilità di discutere modifiche e miglioramenti, purché coerenti con i vincoli FSE. Le tre consigliere regionali del territorio si sono rese disponibili, se necessario, anche ad organizzare un incontro con l’assessore regionale competente. Rimangono i problemi tecnici dell’app, che saranno segnalati a Sport e Salute, soggetto responsabile della piattaforma.
Per quanto riguarda la linea politica futura: il vero nodo non è il numero delle tranche (che possono anche restare 4), ma il fatto che il contributo decorra solo dal momento di attivazione del voucher e non copra l’intero corso stagionale. Così il voucher si trasforma in un sostegno “mensile a consumo”, mentre l’associazionismo sportivo si fonda sulla logica opposta: la quota stagionale è più bassa della somma delle mensilità proprio perché pensata come impegno annuale e sociale.
Questo apre una domanda concreta: con l’ampliamento del voucher a nuovi beneficiari che sanno già di ottenerlo (e quindi nel frattempo non versano la quota), saranno le famiglie informate che le associazioni potrebbero incassare solo una parte delle mensilità? Oppure saranno le associazioni, a dover spiegare che il voucher è concepito su base mensile e non stagionale, in evidente discordanza con molte discipline che vivono di associazionismo e continuità?
È proprio su questo punto politico e culturale che proseguirà il confronto. L’obiettivo comune della società è fare in modo che il voucher diventi davvero uno strumento a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche e dello sport sociale, mantenendo la logica dell’associazionismo e non quella di un semplice abbonamento mensile. In alternativa, se il sistema dovesse rimanere ancorato a presenze e mensilità, sarà inevitabile ragionare insieme su un compromesso: ad esempio, ricalibrare le quote per gli utenti con voucher in modo che l’intero costo del corso sia coperto anche in 2–3 mensilità, evitando così squilibri nei bilanci delle associazioni.
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