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27 Settembre 2025 - 09:08
L’amministrazione comunale di Viterbo ha approvato il piano di dimensionamento scolastico e dell’offerta formativa per il prossimo anno scolastico 2026/2027 in cui ha “reintrodotto” l’istituto comprensivo Carmine.
Nella delibera si ripercorre la vicenda: il ricorso al Tar del Comune che ha chiesto l’annullamento della delibera regionale che ha deciso l’accorpamento con aggregazione ad altri istituti; la sentenza che ha accolto il ricorso proposto dal Comune annullando la delibera della Regione; il ricorso della Regione al Consiglio di Stato; le decisioni del Consiglio di Stato che hanno respinto la misura cautelare richiesta dalla appellante Regione Lazio fissando per il 27 gennaio 2026 la discussione del merito dell’appello.
Nell’atto si dice che nel medio tempo “la Regione Lazio ha adottato le nuove linee guida con riferimento all’anno scolastico 2026/2027 avverso le quali questa Amministrazione esprime ogni più ampia riserva di impugnazione ove si presentino elusive o violative della sentenza del Tar per il Lazio n. 13391/2025 e dei successivi provvedimenti cautelari assunti dal Consiglio di Stato o, comunque, illegittime con compromissione degli interessi degli Istituti scolastici insistenti sul territorio del Comune di Viterbo”.
Alla luce di queste premesse la giunta comunale ha approvato il Piano di dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa presente sul territorio comunale per l’anno scolastico 2026/2027, “nell’assetto già deliberato per l’anno scolastico 2024/2025 stante la presenza di un contenzioso giudiziario tra questo Comune e la Regione Lazio circa il piano di dimensionamento scolastico anno 2025/2026 e la accertata illegittimità della soppressione dell’istituto comprensivo Carmine di Viterbo sulla base della decisione giurisdizionale del Tar per il Lazio, Roma, n. 13391/2025 che, allo stato, è dotata di immediata esecutività anche in ragione del rigetto, giusta ordinanza del Consiglio di Stato n. 3256/2025, della misura cautelare dell’efficacia esecutiva della predetta sentenza di primo grado richiesta dalla Regione Lazio nell’appello”.
Il piano ora verrà trasmesso alla Provincia per gli adempimenti successivi.
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