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01 Ottobre 2025 - 00:08
S. MARINELLA – Sulla crisi dell’appalto della Nuova Sair con la Asl Rm4, interviene il sindaco Pietro Tidei che invita la Regione a non creare una guerra tra poveri. «Come sindaco di Santa Marinella – dice Tidei in una nota - mi schiero senza riserve al fianco degli circa 80 operatori socio sanitari che, dopo anni di dedizione in prima linea, rischiano ora di trovarsi disoccupati a causa della cessazione dell'appalto con Nuova Sair. Stiamo parlando di professionisti in servizio da sei o sette anni che hanno garantito l'assistenza soprattutto nei presidi di Civitavecchia e Bracciano. Molti di loro sono in servizio da molti anni e sono stati in prima linea durante la pandemia del Covid, ricevendo persino attestati ed encomi per la loro abnegazione e il loro senso del dovere in condizioni estreme. Questi uomini e donne, che hanno messo gravemente a rischio la propria salute per la comunità in condizioni che non possiamo dimenticare, si troverebbero ora ad affrontare il baratro della disoccupazione». «La Regione Lazio - afferma Tidei - non può cancellare con un colpo di spugna l'impegno di chi è stato il vero baluardo della sanità territoriale. Il vero rischio, tuttavia, è che oggi la Regione, attraverso meccanismi di reclutamento generici e l'utilizzo di una graduatoria unica, scateni una vera e propria guerra tra poveri nel sistema sanitario. Il problema di fondo è che la Asl Rm4 è un'azienda sanitaria totalmente decentralizzata, che copre un vastissimo territorio che va dal litorale a nord di Roma alla bassa Tuscia, con esigenze e geolocalizzazioni dei fabbisogni molto specifiche per ciascun Comune. Ciò che temiamo è un valzer di assunzioni e trasferimenti illogico e caotico, che vedrà operatori assunti quasi sempre su Roma costretti a spostarsi in un altro Comune come Civitavecchia o Bracciano, solo per poi vedere poco dopo il meccanismo ripetersi. Questo non solo penalizzerà i lavoratori, ma non gioverà affatto alla qualità dei servizi offerti ai cittadini. La Regione Lazio deve arrivare a capire che questa gestione logistica non tiene affatto conto della geolocalizzazione dei fabbisogni di ciascun Comune e compromette la qualità dei servizi sanitari destinati ai nostri cittadini, per riconsiderare il meccanismo di reclutamento. Dobbiamo garantire la stabilità del personale e la piena funzionalità dei nostri ospedali, tutelando al contempo il futuro di professionisti che hanno già dimostrato in modo eroico il loro valore».
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