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Cimiteri: un degrado senza fine

Cimiteri: un degrado senza fine

CERVETERI – «Il tema dei cimiteri torna con forza al centro del dibattito. Non bastano più le promesse, non bastano più le delibere che mettono a bilancio fondi destinati a interventi mai realizzati. Lo stato delle aree cimiteriali continua a destare preoccupazione, indignazione e rabbia». A riportare l’attenzione sulla questione è ancora una volta il consigliere comunale Gianluca Paolacci, che da anni conduce una battaglia. Il consigliere spiega amaramente: «È veramente paradossale – aggiunge - che nella città con la grande Necropoli etrusca Patrimonio dell'Umanità non abbiamo imparato a rispettare i morti e le loro famiglie. Da quasi tre anni mi batto su questo problema del degrado dei cimiteri. Fermo restando la grande abnegazione e impegno di chi lavora nei cimiteri a cui va il nostro grazie, nulla possono di fronte alle grosse criticità che persistono nei cimiteri». Ci sono stati momenti in cui addirittura non c’era più spazio per nuove sepolture. «Molte famiglie sono state costrette a tumulare i propri cari a Ladispoli o in altri cimiteri limitrofi. Una vergogna assoluta, che pesa come un macigno sulla coscienza di chi governa». Parole dure, che accendono i riflettori su una ferita mai rimarginata anche perché le condizioni in cui versano i cimiteri cittadini sono veramente drammatiche. La denuncia di Paolacci va oltre il semplice degrado delle strutture: a suo dire il vero scandalo sta nell’atteggiamento dell’amministrazione comunale. «Ogni anno – sottolinea – si iscrivono a bilancio fondi per il rifacimento e la manutenzione. Ma quei soldi dovrebbero essere utilizzati davvero e non restare sulla carta. I cimiteri delle frazioni del Sasso e di Ceri, in particolare, sono ridotti a un degrado intollerabile, con erba alta, muri lesionati e condizioni che offendono il rispetto dovuto ai nostri defunti». Con l’arrivo delle prime piogge autunnali, i problemi non hanno tardato a riaffacciarsi: infiltrazioni e piccoli allagamenti al Sasso, disagi anche a Ceri: campanelli d’allarme che rischiano di trasformarsi in emergenza vera e propria, alimentando la paura di ritrovarsi in condizioni di insicurezza proprio nei luoghi che dovrebbero custodire memoria e serenità. «L’emergenza è diventata ormai intollerabile – insiste Paolacci –. Servono decisioni chiare e coraggiose. O si riqualificano e si ampliano i cimiteri esistenti, oppure si reperisce un nuovo spazio per la costruzione di un cimitero. Ma questa volta con risorse effettive e tempi certi, non più promesse scritte sulla carta». La protesta intercetta un malessere diffuso, che va oltre i confini della politica. «Perché quello dei cimiteri non è un tema di schieramenti, ma di dignità collettiva», conclude Paolacci.

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