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27 Settembre 2025 - 12:08
CIVITAVECCHIA – Mattina agitata in via Alberto Guglielmotti il 31 gennaio 1908.
Nel Seminario diocesano era stato compiuto un audace furto: fra le 5 e le 5.30 del mattino, un ladro, o più, si era introdotto nello stabile e aveva rubato ventitre cartelle di rendita italiana al portatore per un valore di 25.000 lire.
I locali del seminario a quell’ora del mattino erano vuoti perché i due sacerdoti che vi alloggiavano erano impegnati fuori: monsignor Benedetto Zucconi, vicario episcopale e direttore del seminario, era a celebrare messa nella vicina cattedrale, mentre don Antonio Corvo si era recato alla cappella delle monache del Preziosissimo Sangue a dir messa.
Il Seminario (che fino al 1883 dava il nome alla via ma quell’anno i civitavecchiesi decisero di dedicarla al loro illustre concittadino, padre Alberto Guglielmotti) ospitava anche un giovane di nome Metz che asserì “di aver udito, nella notte, circa le 12 dei rumori; avendo avuto paura, chiuse la porta della sua camera e si rimise in letto”.
Il cronista, presumibilmente Evaristo Spaccari, così proseguiva nella descrizione del furto:
“I ladri, molto destri e pratici, scassinarono lo scrigno, portando via nella camera superiore, una piccola cassetta, ove erano custoditi i titoli di rendita ed alcuni libretti della Cassa di Risparmio.
La cassetta sembra che sia stata aperta da mano forte e col grimaldello.
I ladri si appropriarono le 25 mila lire in cartelle, senza sapere che nell’altro scrigno vi erano altre cartelle di rendita e circa lire 1.000 riscosse ieri”.
In città la notizia del furto di via Alberto Guglielmotti si sparse velocemente: “infiniti commenti si fanno dalla popolazione … avvenuto in modo stranissimo ed in un ambiente abitato unicamente dai due sacerdoti e dal giovane Metz”. Si sospettava che il ladro “molto destro e pratico” fosse uno dei sacerdoti presenti o l’altro canonico, don Angelo Galli, economo della Curia. Venne sospettato un sagrestano che, addirittura, fu arrestato in carcere dopo aver servito la messa per i detenuti.
Ad aprile la polizia risolse il caso. Un noto commerciante di Montalto, Sostegno Sostegni, fu bloccato a Roma mentre cercava dì incassare una cartella di rendita rubata. Anche se lui fu dichiarato estraneo alla vicenda, gli inquirenti, partendo dal suo fermo e dalle sue dichiarazioni, imboccarono la strada giusta e riuscirono ad individuare i colpevoli.
Si procedette ad una serie di arresti a Montalto di Castro, Roma e Civitavecchia. Fra gli arrestati un ex sacrestano e una fattucchiera, che leggeva le carte “per indovinare il destino, ed in genere le questioni riguardanti amori, sposalizi, mal’occhio ed altre specie di stregonerie”.
Il bottino era stato nascosto “in una casetta di campagna, situata nelle vicinanze della località Marangone, precisamente al disotto del cavalcavia a piedi dell’ex cava detta Volpelle”.
(da Il Messaggero del 1 febbraio e 9 aprile 1908).
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