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30 Settembre 2025 - 12:08
CIVITAVECCHIA - Sabato 4 ottobre, alle ore 16, la Cittadella della Musica di Civitavecchia si prepara ad accogliere un evento dal profondo valore umano e spirituale: la presentazione della figura di Renata Borlone, concittadina nata nel 1930 e morta a Loppiano nel 1990, oggi Serva di Dio e testimone luminosa di un’esistenza interamente spesa per gli altri. Un pomeriggio che si preannuncia unico, perché unirà linguaggi diversi — musica, immagini, testimonianze — in un percorso storico-musicale che renderà omaggio a Renata in tutta la sua complessità. Il cuore dell’evento sarà il concerto del Maestro Carlo Josè Seno, dal titolo evocativo “Tuffi di gioia”. Il pianista accompagnerà il pubblico in un viaggio sonoro attraverso le note di Chopin, Liszt e Rachmaninov, arricchendo le esecuzioni con riflessioni personali, suggestioni visive e la lettura di scritti e pensieri di Renata, interpretati da una voce recitante. Sarà come entrare nella sua interiorità, tra fede, sensibilità artistica e dedizione al prossimo.
La dottoressa Lida Ciccarelli, postulatrice della causa di beatificazione, guiderà i presenti in un itinerario spirituale e biografico: dagli anni giovanili all’impegno radicale nel Movimento dei Focolari, dalla scelta di consacrarsi al servizio della comunità alla responsabilità, per oltre vent’anni, della Cittadella di Loppiano e della sua scuola internazionale di formazione. Renata non fu solo una guida spirituale: fu un faro per centinaia di giovani provenienti da tutto il mondo, che trovarono in lei una formatrice capace di unire accoglienza, profondità e testimonianza concreta.
La presenza congiunta delle amministrazioni comunali di Civitavecchia e di Figline e Incisa Valdarno, insieme alla Diocesi e alla Cittadella di Loppiano, sottolinea l’eccezionalità di questo incontro. A prima vista potrebbe sembrare un evento come tanti, ma in realtà porta con sé una singolarità rara: realtà diverse, distanti per geografia e tradizione, si ritrovano oggi accomunate dalla vita di una donna che ha saputo incarnare valori universali di pace e fraternità.
Colpisce che Renata abbia vissuto a Civitavecchia solo nei primi quattro anni della sua vita, senza mantenere altri legami con la sua città natale fino al 2003, quando il processo canonico riportò alla luce i suoi documenti di nascita e battesimo. Eppure, proprio da lì iniziò un percorso di riscoperta e di riconnessione. Già nel 2004 le amministrazioni di Civitavecchia e di Incisa Valdarno si ritrovarono a Loppiano per ricordarla insieme. Da allora il rapporto tra le due comunità non si è mai interrotto, anzi è cresciuto, arricchendosi di tappe significative: il convegno del 2008, voluto dal compianto vescovo Carlo Chenis e ospitato nell’Aula Pucci, fu il primo vero abbraccio pubblico tra Renata e la sua città natale, e l’occasione per lanciare l’idea di un gemellaggio tra le due realtà.
Un gemellaggio speciale, non fondato su interessi economici o commerciali, ma sui valori di apertura, accoglienza e universalità, gli stessi che hanno animato l’esistenza di Renata. Come sottolineò allora Gianfranco Mazzotta, rappresentante del Comune di Incisa in Valdarno, “un legame basato non sul possesso ma sul dono, non sull’utile ma sulla speranza”.
Quel progetto di gemellaggio non è ancora stato realizzato, ma non si è mai spento: continua a vivere nella memoria e nella volontà delle amministrazioni che si sono succedute nei due Comuni, segno che la testimonianza di Renata ha radici profonde e porta ancora frutti. L’evento del 4 ottobre, dunque, non sarà soltanto un omaggio musicale o una rievocazione biografica. Sarà un atto di memoria viva, una catarsi che abbraccia più comunità, un richiamo potente a ciò che unisce piuttosto che a ciò che divide. In un tempo che sembra segnato da fratture e distanze, Renata Borlone appare come un ponte di luce, capace di far dialogare città e persone diverse, generazioni lontane, fedi e culture. La sua vita continua a essere una chiamata alla pace, all’unità, alla speranza. Civitavecchia, accogliendola nuovamente attraverso questo evento, non celebra solo una sua figlia, ma riconosce in lei una testimone universale, che con semplicità e coraggio ha saputo dire sì all’amore e alla vita.
«Non resta che lasciarci sorprendere da quanto nascerà da questo incontro - esortano gli organizzatori - che promette di essere molto più di un ricordo: un nuovo inizio, sulle orme di Renata».
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